Ultima corsa rosa per il manager, che a maggio andrà in pensione: «Ho cercato di dargli una spinta internazionale, eravamo nell’angolo, ecco perché le partenze all’estero. Poco spazio per i velocisti? La gente vuole l’epica, la fatica. Far pagare gli spettatori sarebbe la fine. Il giorno più brutto? La morte di Weylandt nel 2011. Oggi la strada è troppo pericolosa, servono circuiti protetti e un cambio di cultura»
È la fine di un’era. Mauro Vegni ha presentato il suo ultimo Giro d’Italia. Successore ideale di Vincenzo Torriani, il mitico direttore di corsa che ha guidato il Giro dal 1948 al 1993, il manager romano è celebre tra gli appassionati di ciclismo per essere diretto, schietto e sanguigno. Il suo è un lavoro di organizzazione e di diplomazia, ma Vegni sarà ricordato soprattutto per aver reso più umano e più vicino a tutti il suo ruolo. A febbraio andrà in pensione, dopo aver svelato l’edizione num



