Non solo Cooper Flagg: così i giovani debuttanti si stanno prendendo l’Nba

Il mondo è dei giovani. Anzi, dei debuttanti. Si potrebbe riassumere con questo slogan l’inizio della nuova stagione Nba, il campionato di pallacanestro statunitense. A prendersi la scena nelle prime settimane di gioco non sono stati i grandi che già conosciamo ma, appunto, le matricole del Draft 2025. Laddove LeBron James non ha mai giocato per infortunio, Nikola Jokić non ha ancora fatto niente di straordinario e Stephen Curry è partito con alti e bassi, i nuovi rookies si sono presi i riflettori. Valdez Drexel Edgecombe, Dylan Harper e Kon Knueppel hanno dato una celere dimostrazione del loro talento e impressionato per l’impatto che sono già riusciti ad avere. Atletismo, intelligenza, voglia di prendersi le responsabilità. Questi ragazzini stanno ricordando a tutti che Cooper Flagg non è l’unica stellina da osservare e, più in generale, che il recente Draft ha le potenzialità per essere tra i più forti degli ultimi anni. New York riscopre la mafia con l’Nba: l’evoluzione delle “cinque famiglie” Nessun timore referenziale Edgecombe non conosce la paura. Sul parquet, forse, non l’ha mai vissuta perché crescendo in un piccolo distretto delle Bahamas ha dovuto fare i conti con mazzate più dure di quelle rifilategli dagli avversari. «Mia mamma lavorava troppo. Per me, i miei fratelli e le mie sorelle. Abbiamo dovuto vivere con un generatore per sette anni, altrimenti non avevamo elettricità. Vedere cosa ha dovuto fare mia mamma per sfamarci mi lascia senza parole. Sono qui per ricambiare il favore». Il classe 2005 si è presentato con queste parole al Draft, quando i Philadelphia 76ers lo hanno selezionato con la terza scelta. Poi, alla prima partita, ha messo subito le cose in chiaro: 34 punti e zero timore di giocarsela con i grandi. Quello contro i Boston Celtics è stato il terzo miglior debutto di sempre per un rookie. Meglio hanno fatto soltanto Wilt Chamberlain nel 1959, con 43 punti, e Frank Selvy nel 1954, con 35. Edgecombe è alto 193 cm, neanche troppo per gli standard della Nba, ma ha un’elevazione straripante e in campo aperto è imprendibile. In grado di fare tutto, dal catturare rimbalzi al mandare i compagni a canestro, la guardia 20enne forma un duo promettente con Maxey che può aiutare Philadelphia a risalire nei prossimi anni. Nba Europe s’ha da fare ma non si sa bene come. E tenta le big del pallone Un’altra coppia che ha le carte in regola per dare spettacolo in futuro è quella formata da Wembanyama e Harper, la seconda scelta del Draft 2025 andata ai San Antonio Spurs. Harper ha il basket nel Dna, essendo figlio di quel Ron che ha disputato 15 stagioni in Nba e vinto cinque campionati tra Bulls e Lakers. Dylan ha avuto un impatto tangibile in Texas: 14 punti, 4 rimbalzi e 3.8 assist di media in uscita dalla panchina. Il suo ruolo sarà questo, da seconda linea, ma il 19enne (è nato nel 2006) può sfoderare una gestione di palla da regista navigato, ottime abilità tecniche sotto canestro e un decision making freddo. Non è un caso che Wembanyama sia rimasto colpito dalle qualità di Harper: «Non ci sono molti ragazzi il cui impatto è subito visibile. Lui è equilibrato e la sua capacità di controllare il gioco notevole». Il rookie è consapevole dei suoi mezzi e, nonostante le pochissime partite giocate, si impone sul campo con un’invidiabile fiducia in sé stesso. Peccato sia stato appena fermato da un infortunio. Nba pronta a una stagione monstre: esordi e nuove regole contro il calo di ascolti Rookies protagonisti Cos’hanno in comune Kon Knueppel, Ryan Kalkbrenner e Sion James? La franchigia in cui giocano: gli Charlotte Hornets. La squadra del North Carolina non competerà per il titolo, al massimo per un posto ai playoff, e rappresenta quindi un terreno fertile perfetto per le nuove matricole. Che, infatti, stanno rispondendo alla grande. Knueppel, la chiamata numero 4 del Draft, ha scritto “cecchino” sul suo bigliettino da visita. All’esordio si è presentato con 11 punti, poi ne ha infilati 14, 20 e 19 nelle successive tre. Anche lui 2005, Knueppel è davvero efficiente dal perimetro. Non importa se la palla scotta. La metterà dentro il canestro. Come Edgecombe, pure Knueppel ha messo la firma su un nuovo record Nba: quello del maggior numero di tiri da tre punti segnati (16) nelle prime quattro gare di sempre in lega. Superare LeBron, Curry e Durant: l’Nba è ancora alla ricerca del suo volto del futuro Il numero 7 degli Hornets può contare su alcuni compagni debuttanti di assoluto rispetto. Kalkbrenner e James, appunto, 23 e 22 anni, bravi in entrambi i lati del campo, ma più in difesa. I due rookies non saranno protagonisti di primo piano, però al momento gli viene concesso lo spazio in cui possono esprimersi liberamente (Kalkbrenner ha una media di 27 minuti in campo, James di 23). Loro stanno ripagando con un'affidabilità e una prontezza che in molti non hanno alla loro età. Una nota di merito, infine, non può non andare a Cedric Coward. Arrivato ai Memphis Grizzlies un po’ in sordina, l’ala classe 2003 è un altro debuttante che ha avuto un impatto notevole. Coward è un promettente realizzatore, dotato di un vasto set di abilità. Sotto canestro, in palleggio. Tira il giusto, concretizza moltissimo. E ha già segnato canestri importanti. Insomma, poche chiacchiere e tanti fatti. I nuovi rookies sembrano nati per stare sul parquet. E farci divertire. La Nba ritorna in Cina. Il basket incassa e dimentica Hong Kong