Cesare Terranova

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L’ambigua borghesia palermitana che non cambia mai

In una indagine del 1876 Leopoldo Franchetti segnalava la profonda ambiguità tra estorsione e protezione. Circa un secolo più tardi, nel 1964, il giudice Cesare Terranova, nel valutare la posizione dell’imprenditore Moncada a contatto con il pregiudicato Michelangelo La Barbera, afferma che “non si riesce a stabilire se sia stato vittima o manutengolo dei mafiosi o piuttosto l’uno o l’altro a seconda delle diverse convenienze

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Pistolettate, sangue e cadaveri nella borgata di don Pietro Torretta

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La Barbera e Greco, Riina e Liggio, Badalamenti e Rimi, tutti a processo

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E per il boss di Misilmeri è lupara bianca, il sequestro senza ritorno

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Faide e sangue, padrini e sicari di Godrano, Baucina e Casteldaccia

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"Jimmy l'americano", la droga e il contrabbando di sigarette

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Francesco Paolo Bontate, in arte “Don Paolino Bontà”

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Omicidi, affari e amicizie pericolose di Giannuzzo Lallicata

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L’esercito di capi e “picciotti” di Porta Nuova

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Professione artigiano, il giovane Tommaso Buscetta e la scalata al potere

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Sirchia, Gambino e tutti gli altri, ecco la cosca del terribile don Michele

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Michele Cavataio, lo spietato padrino dell’Acquasanta

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Serafina Battaglia, una donna ribelle contro il boss Pietro Torretta

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Quando Cosa Nostra già sfidava lo Stato, sicura dell’impunità

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L’omertà e un falso mito, quello dei boss coraggiosi e generosi

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La mafia in “doppio petto", più difficile da trovare e colpire

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La prima vittima “illustre”, l’omicidio di Emanuele Notarbartolo

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Alle origini della mafia, la relazione del 1838 del procuratore Ulloa

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Così il giudice Terranova ha mandato a processo il gotha di Cosa Nostra

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Faide e sangue all’Uditore, il regno di Pietro Torretta

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La cattura a Milano di Gerlando Alberti detto U’ Paccarè