- Immaginate il tipico scenario di un film apocalittico americano. Un uomo vaga per una città deserta. Lì dove un tempo c’erano folle di persone, sono rimasti solo pochi superstiti. È la sensazione che prova chi ancora si ostini ad avventurarsi in Clubhouse, il social network che abbiamo creduto fosse una rivelazione.
- Per raccontare la storia di questa app bisogna per forza tornare indietro nel tempo, più o meno fra gennaio e febbraio. In questo contesto è apparsa Clubhouse. È un’app, disponibile inizialmente soltanto su iPhone, e creata durante la pandemia da Paul Davison e Rohan Seth, ex dipendenti di Pinterest e Google.
- Un paio di giorni fa Clubhouse ha tentato l’ultima mossa: ha finalmente tolto ogni lista d’attesa e ha aperto a tutti l’iscrizione. Interessa davvero a qualcuno?
Immaginate il tipico scenario di un film apocalittico americano. Un uomo vaga per una città deserta. Lì dove un tempo c’erano folle di persone, sono rimasti solo pochi superstiti. Lungo i ponti dove le auto erano imbottigliate nel traffico, ora ne passa soltanto una ogni tanto, a tutta velocità. Chi si incrocia si ferma a parlare, stupito di non essere il solo rimasto al mondo. Lo scenario vi dovrebbe essere chiaro, soprattutto dopo aver vissuto un lockdown. Ora provate a spostare tutto ques



