- L’Internet social delle persone è come una ragnatela che vede fermo al centro il ragno, cioè il potere del calcolo e dell’algoritmo che si collega agli utenti con i fili, gli propone le forme dell’agire, ne raccoglie gli input, spedisce a ognuno in contraccambio un risultato.
- Nell’Internet delle cose non c’è spazio per le attese, le risposte agli allarmi debbono essere istantanee e arrivare dritte e fulminee con le diagnosi, le prognosi, e i rimedi su misura.
- L’internet delle cose è destinata a mangiarsi quella delle persone e a rivoluzionare l’equilibrio del business e del potere.
Dai giorni dell’assalto al Campidoglio Donald Trump è stato privato degli account da cui chattava col popolo sovrano. Buon per noi e peggio per il trumpiano che s’infuria, ma intanto accade che il potere di attizzare o spegnere le fiamme nei mass media sia nelle mani del Magaf (dalle iniziali di Microsoft, Apple, Google, Amazon, Facebook), il pugno di oligopoli americani che ha requisito l’Internet negli ultimi decenni accumulando fatturato a livello di trilioni. L’Internet delle persone



