Nonostante sia abbonato online al giornale che leggo tutti i giorni, mi trovo sempre in una strana situazione. Invece di usare lo smartphone per accedere all’homepage del sito e trovare lì i contenuti che mi interessano, come sarebbe più naturale, finisco per riprodurre in formato digitale l’esperienza analogica del giornale di carta. In poche parole, scarico dall’app del quotidiano i PDF del cartaceo, leggendoli poi direttamente dal telefono.

Non è paradossale? Invece di approfittare delle potenzialità del formato digitale, preferisco fruire di una replica del tradizionale quotidiano di carta che teoricamente sarebbe inutile, visto che ciò che mi interessa leggere è presente anche sul sito online.

Attenzione: ciò non avviene perché stia cercando in qualche modo di ricreare nostalgicamente la vecchia fruizione, anche perché sono più che abituato a leggere sui siti direttamente da smartphone. Che cosa succede allora, in questo strano cortocircuito?

Probabilmente, il fatto è che – approdando sulla homepage di un qualsiasi giornale generalista italiano – si rischia di provare una sensazione di stordimento e confusione: breaking news, avvisi lampeggianti, video, spazi enormi occupati da un singolo avvenimento (a cui magari non siamo particolarmente interessati) e più in generale la sensazione di scrollare all’infinito in mezzo a una valanga disordinata di contenuti senza riuscire a trovare ciò che si desidera.

Una fruizione che ricorda più l’esperienza frustrante dello scroll distratto su un social network rispetto a quella che solitamente si cerca in un giornale.

Il mostro di Frankenstein 

È per questa ragione che, alla fine, mi ritrovo nella situazione paradossale di sfogliare digitalmente un giornale analogico: per avere la possibilità di individuare rapidamente tutto ciò che c’è di interessante da leggere, che la homepage spesso non mi mostra o addirittura nasconde. Perché questa situazione? «Nella mia esperienza, ho visto che spesso l’homepage dei giornali diventa il luogo del compromesso, oltre a esserci l’esigenza di replicare a tutti i costi una gerarchia delle notizie più importanti del momento», spiega Alberto Puliafito, consulente editoriale e direttore di Slow News.

«E così, quando succede qualcosa di grosso, si mettono in homepage tutti gli articoli sul tema; in più, c’è la necessità di replicare le altre notizie che hanno i concorrenti, per non far sembrare che si sia bucata una news. Bisogna poi accontentare i lettori di ogni tipo, creare spazi in evidenza per promuovere i progetti speciali del giornale, i video, gli approfondimenti o le inchieste a cui si vuole dare visibilità più a lungo nel tempo e molto altro ancora. Per farci stare tutto, ci sarebbe bisogno di una homepage infinita. E infatti la sensazione, scrollando, è spesso proprio quella. Quando la vetrina del quotidiano online diventa il regno del compromesso, ecco che rischia di trasformarsi in un mostro di Frankenstein».

Forse alla base di tutto ciò c’è anche un fraintendimento: la homepage viene considerata come se fosse la prima pagina del sito, ma non è così.

La prima pagina di un cartaceo mette in risalto una selezione molto ristretta di contenuti, sfogliando il giornale si ha poi la possibilità di trovare facilmente tutto ciò che c’è nel numero del giorno.

La homepage invece è l’unico, popolatissimo, luogo interno al giornale – quindi escludendo motori di ricerca, newsletter e social network (questi ultimi, peraltro, sempre meno importanti come fonte di traffico) – in cui è possibile reperire i contenuti, visto anche lo scarsissimo utilizzo delle sottosezioni tematiche da parte di lettori in cerca di argomenti differenti.

L’homepage, di conseguenza, dovrebbe idealmente riuscire a mostrare in maniera pulita tutto ciò che c’è da leggere in quel giorno, magari riservando pochi spazi ben definiti alle breaking news o ai contenuti a cui si vuole dare maggiore longevità.

Esempi di successo

È un vicolo cieco: non vogliamo un’homepage infinita, ma allo stesso tempo vogliamo che ci si possa trovare tutto ciò che c’è da leggere nella giornata. «Tra le realtà italiane più piccole, penso che un lavoro fatto bene sia quello di Pagella Politica, che combina elementi tradizionali e altri più innovativi», prosegue Puliafito.

«La loro homepage si conclude rapidamente trovando altre forme di espansione, per esempio racchiudendo, in questo momento, tutti gli articoli sulla crisi di governo in un unico spazio ed evitando così che venga inondata da un argomento solo. Non rinuncia alla funzione vetrina, ma dà comunque la possibilità di esplorare in maniera più ordinata e completa».

Un altro esempio viene invece dalla statunitense Quartz, sulla cui homepage sono presenti pochissimi elementi: un riquadro centrale che permette di accedere a tutte le notizie più importanti del momento, una sezione con gli articoli più letti, una terza area con gli articoli più recenti e basta.

L’idea sembra essere quella di usare l’homepage come una plancia di comando del sito, che permette di raggiungere in maniera semplice e intuitiva gli argomenti che più interessano al lettore, senza legarsi a doppio filo alle notizie del momento e senza riempire a dismisura l’homepage con centinaia di contenuti, box, avvisi e promozioni di ogni tipo.

Tendenzialmente (e non solo in Italia), c’è invece l’abitudine a dividere l’homepage non per poche sezioni immutabili da popolare con i contenuti del giorno (magari aggregandoli in un link terzo, se il tema è particolarmente ricco), ma in base agli avvenimenti, ai temi e ai formati più importanti: crisi di governo, ucraina, ambiente, esteri, sport, video, cronaca, podcast; con il risultato di creare una moltiplicazione degli spazi che ne complica la gestione, rende la navigazione faticosa e poco appagante e complica terribilmente l’individuazione di contenuti – magari di pregio e di interesse – che finiscono sepolti in qualche area remota per le ragioni più diverse.

«L’impressione è che si tenda ad aumentare la quantità di box e spazi dedicati per offrire un continuo aggiornamento a un utente che si pensa possa tornare anche cinque o sei volte al giorno per aggiornarsi su ciò che sta avvenendo in quel momento preciso», spiega ancora Alberto Puliafito.

«In realtà, non è necessario che tutti svolgano questo lavoro; inoltre, nelle misurazioni si considera un lettore propenso a pagare l’abbonamento chi torna 14 volte al mese: meno di una ogni due giorni. Sarebbe interessante quindi capire, nella quotidianità, quanti sono questi lettori che continuano a tornare sulla homepage per leggere gli aggiornamenti, e non solo per un automatismo da scrivania».

Come cambiare

È possibile trovare la quadratura del cerchio? Un’idea potrebbe essere, recuperando in parte quanto fatto da Quartz e da altri, la creazione di una homepage all’interno della quale, in verticale, si succedono tre o quattro macrosezioni, legate magari più al tipo di articolo che al tema.

Ciascuna di queste sezioni potrebbe poi essere scrollabile in verticale, per mostrare rapidamente tutti i contenuti senza doversi addentrare nei meandri del sito e permettendo alle persone di scoprire facilmente articoli e approfondimenti che magari non cercherebbero direttamente (proprio come, in effetti, avviene sui giornali di carta).

«Servirebbero poche definizioni molto chiare di categorie, decise a monte», conclude Puliafito. «E soprattutto bisognerebbe essere molto bravi a rispettarle senza fare eccezioni continue. Lo scroll orizzontale, dal punto di vista della fruizione, è un’idea giusta che già c’è, ma anche in quel caso deve terminare a un certo punto, non può proseguire all’infinito. Basterebbe mostrare l’elenco dei pezzi del giorno e poi inserire un tasto continua per chi vuole vedere anche quelli meno recenti. Fermo restando che, in tutto ciò, la bussola da seguire dovrebbe essere quella di pubblicare meno contenuti e più curati, anche aggiornandoli nel tempo invece di abbandonarli subito dopo la pubblicazione. Infine, sarebbe bellissimo se le homepage enfatizzassero ciò che distingue la singola testata dalle altre».

Nella maggior parte dei casi, invece, si fa il contrario: anche i quotidiani che, sulla carta, più si distinguono dai formati classici tendono invece a inseguirsi l’un l’altro sul web, creando homepage che rischiano di essere una la fotocopia dell’altro e che, così, sviliscono il loro carattere distintivo.

Proprio ciò che potrebbe attirare lettori in cerca di qualcosa di diverso.

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