Siamo nella primavera del 2001 e si stanno avvicinando le elezioni politiche e regionali. C’è grande fibrillazione nella abitazione in cui Guttadauro, pur scontando una detenzione domiciliare, riceve “uomini d’onore”, medici, avvocati e politici, tra i quali l’assessore comunale alla sanità Domenico Miceli, candidato alle elezioni per l’assemblea regionale
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per una ventina di giorni pubblichiamo ampi stralci della sentenza in rito abbreviato dell’inchiesta Gotha del 2006, quando a Palermo finiscono in carcere vecchi boss e nuove leve due mesi dopo l’arresto di Provenzano Bernardo.
Nel caso esaminato dalla cassazione gli obiettivi della interazione con il politico riguardano le scelte regionali sull’allocazione delle risorse pubbliche in opere edili. Ma, gli interessi perseguiti attraverso i patti occulti con la politica possono essere di varia natura.
Questo dato si coglie nitidamente dalle conversazioni che si tengono nel salotto di casa del boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. I dialoghi sono intercettati dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta palermitana denominata “Ghiaccio”. Una inchiesta che porterà sotto processo politici, pubblici funzionari, imprenditori della sanità e liberi professionisti per collegamenti illeciti con Cosa Nostra.
Siamo nella primavera del 2001 e si stanno avvicinando le elezioni politiche e regionali. C’è grande fibrillazione nella abitazione in cui Guttadauro, pur scontando una detenzione domiciliare, riceve “uomini d’onore”, medici, avvocati e politici, tra i quali l’assessore comunale alla sanità Domenico Miceli, candidato alle elezioni per l’assemblea regionale.
Nel discutere per settimane di strategie, candidature e orientamenti delle preferenze di Cosa Nostra, Guttadauro esprime il suo pensiero sul cosa si aspetta dai politici a cui accorderà il sostegno elettorale. Vuole, innanzitutto, “agganciare” il futuro presidente della regione, l’on. Salvatore Cuffaro, ed è per questo motivo che stringe i rapporti con Miceli, persona molto vicina al politico dell’UDC. La ricerca di quel contatto esprime motivazioni ben precise. Guttadauro intende partecipare alla “gestione della torta”, ossia ad operazioni economicamente appetibili condizionate dai provvedimenti della politica. E non si limita a questo.
Il boss di Brancaccio, è pronto ad attivare la sua poderosa macchina elettorale, ma in cambio si aspetta anche un impegno nelle “battaglie di stampa” su temi particolarmente cari all’associazione come l’abolizione dell’ergastolo o il ridimensionamento del regime carcerario derivante dall’art 41 bis dell’ordinamento penitenziario. Insomma pretende che i votati da Cosa Nostra si diano da fare per smantellare la legislazione antimafia e trovino il modo per cancellare sentenze definitive di condanna.
Inoltre, il Guttadauro attiva, immediatamente, attraverso Miceli, il canale politico per condizionare i concorsi per l’assunzione o la promozione nel settore della sanità pubblica . Formula precise raccomandazioni in favore di quattro medici per concorsi nei ruoli di primario in diverse strutture ospedaliere.
Per Cosa Nostra, inserire nei posti di rilievo della sanità pubblica soggetti “fidati” significa offrire una grande dimostrazione di forza all’esterno, penetrare efficacemente in un nuovo business e aumentare il prestigio agli occhi di una collettività ormai rassegnata ad una legalità debole. E, d’altronde alla sanità deve essere attribuito un ruolo importante nella strategia imprenditoriale di diversificazione degli investimenti mafiosi.
Poter contare su persone di fiducia nei “posti chiave” significa dare lavoro a quelle società, controllate dai boss, che hanno come oggetto sociale la rappresentanza e il commercio di apparecchiature scientifiche da laboratorio, di apparecchi sanitari e strumenti chirurgici e ospedalieri, l’assistenza tecnica e la progettazione per ospedali, la fornitura di materiali sanitari in genere e affini, il commercio di prodotti farmaceutici, chimici e parafarmaceutici.
Dai dialoghi a casa Guttadauro emerge, poi, un chiodo fisso del capo mandamento di Brancaccio: avere agganci nel mondo politico e tra i funzionari dell’Unione Europea a Bruxelles. È convinto che nella capitale dell’Unione Europea si decidano gli stanziamenti di grande portata. E quindi è lì che bisogna piazzare le quinte colonne in grado di captare notizie da smistare in Sicilia e preparare il terreno. Solo in quel modo potranno aversi le informazioni sui flussi dei finanziamenti e creare le strutture imprenditoriali per catturarli. Chi è più svelto, più “preveggente” e ha i migliori “agganci politici” e i migliori consulenti riesce a fare più soldi degli altri.
Mesi e mesi di intercettazioni ambientali dimostrano, quindi, che nell’abitazione di Guttadauro sfilano i protagonisti del doppio volto di Cosa Nostra. I componenti dell’ala militare discutono con il boss di estorsioni, traffico di stupefacenti e altri crimini. Medici, avvocati e politici, invece, calibrano strategie di respiro regionale e nazionale. L’obiettivo è quello di occupare le istituzioni pubbliche per piegarle agli interessi degli imprenditori mafiosi, intercettando con metodi incruenti, ma efficaci, finanziamenti e risorse collettive di ogni tipo.
Non è una novità del terzo millennio. La mafia si riproduce nel tempo e nello spazio grazie alla sua capacità di accumulare e impiegare “capitale sociale”, ossia alla disponibilità di risorse collocate in reticoli di relazioni. Le relazioni esterne dei mafiosi sono rivolte non solo al mondo dell’illegalità, ma anche a quello legale e alle diverse sfere della società civile e dei settori politico-istituzionali, fermo restando che è peculiare della mafia il collegamento con i pubblici poteri.
Ma il progetto di Guttadauro pare più ambizioso. Così come quello di un altro medico del Gotha di Cosa Nostra, quell’Antonino Cinà che a tutti i costi vuole candidare al consiglio comunale di Palermo Marcello Parisi. Cinà e Guttadauro, da postazioni diverse, attraverso canali politici, lavorano per la costruzione di una nuova classe dirigente mafiosa, pronta in silenzio e senza spargimenti di sangue a prendere il posto dei vecchi sanguinari e analfabeti capi mafia.
Del resto, diminuita l’attività dell’ala militare, sia perché fiaccata dalla repressione dello Stato sia per le scelte strategiche di Provenzano, il futuro è di quelle forze che forniscono un fondamentale supporto di consulenza per le questioni legali, gli investimenti, l’occultamento di fondi, per la capacità di manovrare l’immenso potenziale economico della organizzazione criminale.
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