«È difficile trovare le parole giuste per qualcosa che va così al di fuori dell’eccezionalità statistica, il sistema termodinamico della Terra ci sta comunicando qualcosa che non riusciamo a capire, c’è uno scalino enorme tra quello che sapevamo e quello che stiamo osservando, questi valori vanno fuori da ogni modello».

Se anche un climatologo e meteorologo prudente e misurato come Giulio Betti del Cnr usa questi toni, vuol dire che sta davvero succedendo qualcosa che supera la scala della nostra consapevolezza dell’emergenza climatica.

I dati a cui Betti fa riferimento sono i record di temperatura dell’inverno europeo, in particolare quelli del mese di febbraio che sono in corso di aggregazione e sistematizzazione dalle stazioni meteo del continente.

Le rilevazioni di Copernicus

Febbraio è stato il nono mese consecutivo più caldo di sempre globalmente, secondo le rilevazioni del servizio Copernicus. Da giugno a oggi c’è già stata la sequenza ininterrotta dei mesi più caldi della storia.

A febbraio in tutta l’Europa ci sono state variazioni fino a 7°C in più rispetto alle medie, e record del periodo sono stati battuti in Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Regno Unito, Germania, Svizzera.

Anche in Italia abbiamo superato ogni soglia di sicurezza. Da noi sia febbraio sia l’inverno meteorologico sono stati i più caldi mai registrati, rispettivamente +3.09°C e +2.19°C rispetto alle medie 1991-2020.

Un altro punto di rottura che sta preoccupando gli scienziati è la temperatura degli oceani: il dato è 21.06°C, la più alta per qualsiasi mese nella storia dei dati, superiore a quella di agosto 2023 (20.98°C).

L’autunno austriaco

Per dare una misura dell’anomalia, due settimane fa era stata pubblicata su Nature una ricerca sul caldo anomalo dello scorso autunno di Vienna: i record consecutivi di temperatura di settembre e ottobre nella capitale austriaca erano stati così fuori dalla norma da avere, secondo i modelli, un tempo di ritorno di 10mila anni: insomma, erano un evento che aveva una probabilità su 10mila di verificarsi.

È una misura completamente fuori scala, fuori dalla storia della civiltà umana, dal momento che anche per le tempeste e gli eventi più estremi si stima di solito un tempo di ritorno di 100 o 150 anni.

Il problema è che i risultati di quella ricerca nel frattempo erano stati superati a destra dalla realtà: in Austria non solo c’è stato il febbraio più caldo di sempre, ma nelle zone orientali del paese il febbraio del 2024 è stato anche più caldo di quanto sia mai stato anche il mese di marzo.

Ovunque si guardi una mappa termica dell’Europa, si trovano anomalie. Secondo il bollettino mensile del Wmo, l’Organizzazione meteorologica mondiale (parte dell’Onu), in Bulgaria settentrionale e Romania meridionale ci sono state massime di 20°C, che rappresentano una deviazione di 14°C rispetto alle medie del periodo.

Un’enormità. A Lviv, in Ucraina orientale, c’è stata la temperatura più alta mai registrata a febbraio dal 1824 a oggi, con 17.8°C. Non è solo l’Europa a essersi trovata in questa situazione: ha fatto un caldo anomalo anche in Australia occidentale, in Canada e negli Stati Uniti, dove l’ondata di calore più bizzarra è stata quella del 26 e 27 febbraio, 147 record battuti in due giorni in altrettante località diverse.

A colpire di più sono state le immagini di Chicago, che d’inverno è una delle città più fredde e inospitali degli Stati Uniti, colpita da condizioni meteo che hanno fatto titolare al New York Times: “A Chicago c’è l’estate a febbraio”, con la fotografia di un runner che si allenava a torso nudo a bordo del lago Michigan.

Gli Stati Uniti si sono trovati spezzati in tre, con le tempeste di neve in California a ovest e il più grande incendio nella storia del Texas a sud. Gli Stati Uniti si sono trovati spezzati in tre, con le tempeste di neve in California a ovest e il più grande incendio nella storia del Texas a sud.

Lo Smokehouse Creek Fire, se non causato, è stato almeno sicuramente alimentato dalle temperature anomale per febbraio. A Houston si sono toccati i 21°C, a Fort Hood 37.8°C.

Spiega Betti: «A questo punto siamo davvero in terra incognita, il rischio di passare così velocemente da un’eccezionalità all’altra è che, alzando il livello dell’anomalia, l’eccezionalità precedente sembri quasi normale, quando non era affatto normale. Sta diventando difficile per noi scienziati andare a dire alle persone: guardate che questo non è semplicemente stato un “inverno” mite, state assistendo a eventi che l’umanità non aveva mai dovuto affrontare prima».

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