Erano state annunciate mesi fa, ma ora il governo sembra pronto per varare le regole che introdurranno il daspo per chi inquina e pene più dure per chi utilizza discariche abusive e abbandona rifiuti come farmaci scaduti e pile. È tutto inserito in quello che l'esecutivo ha ribattezzato decreto legge Terra mia. Trentadue articoli, suddivisi in sei capi, dedicati a misure per limitare i reati ambientali.

Annunciato dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è stato tenuto nel cassetto per alcuni mesi anche a causa della pandemia e i decreti che sono stati varati per fronteggiare l’emergenza. Sembra che il momento giusto sia arrivato: il decreto è stato inserito nell'ordine del giorno della prossima riunione preparatoria del Consiglio dei ministri che si terrà giovedì. In quella sede verrà discusso dai capi gabinetto e vertici legislativi, per essere poi pronto per la discussione vera e propria in Cdm tra venerdì e l'inizio della prossima settimana.

Il provvedimento - di cui Domani ha preso visione - si occupa innanzitutto dell’abbandono dei rifiuti pericolosi da parte delle famiglie. Oggi la sanzione prevista per chi non smaltisce adeguatamente batterie, farmaci, toner per le stampanti e vernici ha solo carattere amministrativo e prevede multe da 600 a 6 mila euro. Misure che ha detta dell'Esecutivo non sono riuscite ad essere un deterrente efficace di fronte all'abbandono selvaggio. Il decreto quindi lo circoscrive come illecito penale, con pene alternative all’arresto – dai domiciliari all'affidamento in prova ai servizi sociali – da tre mesi a un anno o l'ammenda da 2.600 a 26mila euro. Mentre per chi dà fuoco a cassonetti o aree dedicate alle isole ecologiche la reclusione prevista dal decreto va da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi si rischiano dai tre a sei anni di carcere. Per la prima volta viene prevista la punibilità del reato anche a titolo di colpa (e non più solo se c'è il dolo).

Un grande capitolo del decreto si occupa delle discariche abusive. E anche in questo caso cambiano le pene in senso restrittivo: in via generale si prevede il carcere da uno a tre anni e una multa da 5mila a 25mila euro; se la discarica contiene rifiuti pericolosi le sanzioni diventano salatissime (da 25 mila a 100 mila euro) e le pene raddoppiano (da tre a sei anni). In aggiunta a questo il Governo è intenzionato a rivedere le regole relative alla confisca delle aree utilizzate per le discariche non autorizzate. Il Testo unico ambientale, al momento, la limita solo nel caso la zona sia di proprietà dell'autore, o del compartecipe, del reato. Non scatta quindi se è intestata ad altre persone. Visto il dilagare del fenomeno - soprattutto in certe zone del paese – si pensa a misure più incisive: per poter rientrare in possesso delle zone sequestrate o confiscate (utilizzate da terzi come discariche abusive) il legittimo proprietario deve dimostrare di essere in buona fede e di non aver tratto profitto dall'attività criminosa.

Il daspo

La seconda parte del decreto riguarda il daspo. Modificando il codice Antimafia vengono estese le misure di prevenzione affidate al questore, tra cui il foglio di via obbligatorio, con il quale sarà possibile disporre l'allontanamento dalle discariche abusive e da tutti gli altri luoghi dove le autorità ritengono che si svolgano attività illecite. Il daspo potrà riguardare anche interi comuni e regioni, diversi da quelli di residenza. L’applicazione dell’allontanamento obbligatorio verrà facilitato da un’altra modifica del codice, ovvero l’allargamento delle categorie di pericolosità “specifica” che consente che le misure di prevenzione vengano applicate anche alle persone indiziate per inquinamento e disastro ambientale, morte o lesioni come conseguenza di inquinamento, traffico e abbandono di materiale radioattivo e attività organizzare per il traffico illecito di rifiuti. Questi reati, con il dl, diventeranno anche motivo di diniego per i migranti in attesa di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno.

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