Le evidenze e gli scenari degli ultimi anni sono concordi: nei prossimi anni le ondate di calore e le temperature estreme e persistenti avranno effetti drammatici sulla salute pubblica. E il nostro paese sarà tra i più colpiti
Di caldo si muore. E, molto probabilmente, entro una decina d’anni i decessi causati dalle alte temperature supereranno quelli legati alla patologia respiratoria Covid-19.
Questo è solo uno degli ultimi risultati delle molte ricerche condotte recentemente che cercano di quantificare il rischio sanitario delle ondate di calore dato che, a detta degli stessi ricercatori, questo è «spesso sottovalutato».
E se si vanno a leggere le decine di pagine o rapporti pubblicati non solo sulle riviste scientifiche, ma anche dalle agenzie internazionali, il nostro paese entra in tutte le classifiche come a “rischio elevato”. Roma, Milano, Napoli, Genova vengono annoverate ripetutamente nelle varie liste, che nulla hanno a che vedere con la qualità della vita, o della produttività. Anzi sono proprio questi numeri che andrebbero drasticamente a ridurre gli indici appena citati.
Temperature estreme
Ne è un esempio il rapporto rilasciato a settembre scorso da Climate Central che ha calcolato come, tra giugno e agosto 2024, fossero 2 miliardi le persone esposte a più di 30 giorni di temperature pericolose per la salute, mentre 180 città dell’emisfero settentrionale hanno registrato almeno un’ondata di caldo estremo da giugno ad agosto.
«Le alte temperature, chiaramente influenzate dal cambiamento climatico, hanno messo a rischio la salute di miliardi di persone in tutto il mondo negli ultimi tre mesi», aveva detto Andrew Pershing, vicepresidente di Climate Central, in occasione dell’uscita del rapporto.
Tra i più colpiti proprio i paesi del bacino del Mediterraneo, già noto come un hot spot della crisi climatica: in media, una persona nell'Europa meridionale ha vissuto 39 giorni con temperature elevate rese almeno tre volte più probabili dai cambiamenti climatici.
In Italia, Malta, e Grecia si è registrato il maggior numero di giorni di caldo, ovvero tra i 47 e i 52. Certo, si tratta di statistiche, ma che si basano sulle temperature osservate nei trent’anni precedenti (1991-2020).Le temperature dell’estate scorsa sono state più calde del 90 per cento delle temperature osservate nelle stesse aree e questo ci dà un’idea dei rischi per la salute legati al caldo.
Solo a titolo di esempio, il 63 per cento della popolazione spagnola e l’87 per cento di quella italiana ha vissuto almeno un mese con temperature potenzialmente pericolose per la salute umana.
Le città italiane tra le più colpite
Recentemente invece è uscito un altro studio, pubblicato su Nature medicine e condotto da ricercatori del laboratorio Environment & Health Modelling (EHM) della London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM), che smonta una certa narrativa che vorrebbe la riduzione dei giorni freddi (e quindi la mortalità a questi legata), compensata dall’aumento della stagione calda.
Anche in questo caso i numeri sono piuttosto impietosi: oltre 2,3 milioni di decessi aggiuntivi legati alle temperature in 854 città europee entro il 2099, se si continuasse con l’attuale trend di aumento delle temperature. Studio che fornisce «prove convincenti che il forte aumento dei decessi legati al calore supererà di gran lunga qualsiasi riduzione legata al freddo, comportando un aumento netto della mortalità in tutta Europa», ha affermato il professor Antonio Gasparrini, autore senior dell’articolo e responsabile del laboratorio EHM.
Nelle prime dieci città europee, quattro sarebbero italiane: Roma, Napoli, Milano e Genova, con circa 440mila decessi in più legati alle alte temperature. Per il dottor Pierre Masselot, altro autore dello studio, «le conseguenze potrebbero essere disastrose», proprio per l’area mediterranea. I ricercatori comunque sottolineano come la maggior parte delle città nelle isole britanniche e nei paesi scandinavi potrebbe vedere una diminuzione netta dei decessi, come Londra (-27.455). Tuttavia – sottolineano – questo calo del tasso di mortalità sarebbe ampiamente superato dagli aumenti nel resto d’Europa.
Più decessi che col Covid
Ad aumentare le criticità dei pericoli sanitari legati agli estremi di temperatura è un altro studio, che ha provato a mettere in relazione le morti causate dal Covid-19 tra il 2020 e il 2021, e le percentuali di mortalità legate al calore. In questo caso i numeri sono ancora più preoccupanti: prendendo come esempio la città di New York e nella migliore delle ipotesi, i decessi legati al calore potrebbero eguagliare quelli per Covid-19 in 11 anni, con un riscaldamento di +1,0 °C e in 3 anni con +3,0 °C (attualmente siamo in una traiettoria di +2,7°C).
Anche in questo i risultati sono molto simili agli studi precedenti, ovvero che le città nordamericane ed europee, in particolare quelle mediterranee e dell’Europa centrale, mostrano un forte aumento della mortalità da calore con ogni incremento di temperatura globale. In questo caso, però, la forbice temporale si assottiglia ancora di più, prevedendo decessi pari a quelli di una pandemia globale, che saranno raggiunti in poche manciate di anni, non più a fine secolo. E mentre la ricerca scientifica continua a lanciare allarmi, più o meno inascoltati, non ci resta che attendere con trepidazione la prossima estate.
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