Ambiente

La risposta alla crisi climatica comincia sotto i nostri piedi

18 April 2020, Brandenburg, Jacobsdorf: An employee of the Beckmann agricultural company drills maize into the dry soil and kicks up a lot of dust (aerial photo with a drone). Photo by: Patrick Pleul/picture-alliance/dpa/AP Images
18 April 2020, Brandenburg, Jacobsdorf: An employee of the Beckmann agricultural company drills maize into the dry soil and kicks up a lot of dust (aerial photo with a drone). Photo by: Patrick Pleul/picture-alliance/dpa/AP Images

Il suolo è in grado di assorbire un terzo dei gas serra emessi dalle attività umane, ma il cemento e l’agricoltura industriale mettono a rischio il suo ruolo ecologico. Per invertire la rotta, dobbiamo produrre rigenerando il terreno.

  • I suoli rappresentano, insieme agli oceani, il più importante serbatoio globale di gas serra e giocano – anzi, potrebbero giocare – un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici. 

  • Per ogni chilo di CO2 disperso in atmosfera da un’auto o da una centrale elettrica, 350 grammi vengono catturati dalla vegetazione e poi messi “in cassaforte” nel terreno. 
  • Le politiche pubbliche sono una componente fondamentale per dirottare fondi da un modello agricolo industriale ad uno più ecologico. La nuova PAC sta andando però fuori dai binari del Green deal. 

Sostiene ogni nostro passo, attività, alimenta la nostra vita e quella degli altri esseri viventi, ma forse dimentichiamo di chiederci perché la terra sembri oggi così “stanca”. Il ruolo ecologico del suolo è quasi sottinteso, a volte minimizzato, più spesso totalmente ignorato.  Eppure per ogni chilo di CO2 disperso in atmosfera da un’auto o da una centrale elettrica, 350 grammi vengono catturati dalla vegetazione e poi messi “in cassaforte” nel terreno.  I suoli rappresentano, insieme agli oce

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