Rientrare negli accordi di Parigi sulle emissioni è un segnale lanciato al mondo. La sfida difficile è stravolgere un’economia che penalizza poveri e minoranze
- Con i primi ordini esecutivi, Biden rientra negli accordi di Parigi, blocca l’oleodotto Keystone XL e le trivellazioni nell’Artico: sono i primi segnali simbolici dell’azione che definirà la sua presidenza, quella climatica.
- La due grandi sfide sono energia elettrica pulita entro il 2035 e zero emissioni totali entro il 2050. Per la prima, servirà vincere le inerzie del sistema energia, oggi al 60 per cento ancora dipendente da carbone e gas. Per la seconda, dovranno arrivare soluzioni tecnologiche per i settori nei quali è più difficile abbattere le emissioni: industria pesante e trasporti.
- Il suo punto di riferimento sarà il lavoro, la creazione di 10 milioni di green job per unire transizione energetica e ripresa economica post Covid. È anche la sua versione della giustizia climatica: evitare che i costi del cambiamento (climatico ed energetico) ricadano su poveri e minoranze.