«Sentiamo il bisogno di toglierci dalla postura di chi può solo aspettare le mosse della politica, perché abbiamo capito che non arriveranno. Noi dal mondo della ricerca vogliamo metterci la faccia, contro tutti i discorsi strumentali contro “ecoterroristi” ed “ecomatti” che abbiamo sentito in questi mesi».

Federico Fabiano è un ricercatore del Cnr che si occupa di dinamiche atmosferiche su vasta scala e di come vengono influenzate dai cambiamenti climatici. Un ambito di studio delicato e specifico, al quale dedica tutta la sua vita, come tante persone dell’accademia italiana.

Dalla posizione di chi offre dati e informazioni ai policy maker e alla società, sta vivendo un momento di frustrazione, nel contesto di un governo che ha preso di mira l’ambientalismo come nuovo totem ideologico e con il discorso negazionista che sembra tornato a essere apertamente praticato.

L’appello

Così, insieme a una serie di colleghi, ha deciso di promuovere un appello, per aggregare tutte le persone che si occupano a vario titolo di clima in Italia dal punto di vista della ricerca, e far sentire la propria voce.

È così che nasce Ora!, cioè Officina della ricerca per l’ambiente, un’iniziativa che ha come epicentro il Cnr di Bologna, ma che piano piano si sta allargando alle università di tutta Italia. Nel loro appello si parte dall’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna a maggio, i ricercatori scrivono che «la concretezza del fango che ha sommerso ogni cosa si scontra con l’ipocrisia di coloro che parlano di “conversione ecologica” e di “green economy”, mentre nulla cambia».

È un salto di qualità importante per il mondo accademico italiano, che con questa assemblea e questo appello sceglie di avvicinarsi al mondo dei movimenti per il clima, in questo momento sempre più isolati in un discorso pubblico che sta piano piano erodendo le loro ragioni.

Spiega ancora Fabiano: «Io penso che il mondo accademico debba diventare un po’ più attivista. Per troppo tempo ho parlato di clima e delle implicazioni ampie delle mie ricerche più alle manifestazioni o addirittura al bar che nel Cnr stesso, nel mondo della ricerca sento sempre più disillusione, e allora è giunto il mondo che noi si scenda dal piedistallo per parlare dei problemi del mondo».

Mobilitazione climatica

La richiesta di Officina della ricerca per l’ambiente è rivolta più all’interno del mondo accademico che all’esterno, è una chiamata alla mobilitazione climatica dei ricercatori. Dal 2019 in poi sono stati Fridays for Future e gli altri movimenti a farsi carico del messaggio della scienza, a consegnarlo come postini efficienti dopo che l’urgenza era rimasta inevasa per trent’anni.

Ora si prova a ribaltare lo schema: la ricerca accademica che si mette a disposizione dei movimenti per il clima per rafforzare e amplificare la loro voce. «Il nostro è un appello al mondo della ricerca a sbilanciarsi, a parlare con le persone, non solo con policy maker e stakeholder, ad ascoltare la paura diffusa (e fondata) che il clima e la biosfera stiano andando verso il collasso, e agire».

Nel discorso pubblico attuale in Italia è come se si fosse creata una dicotomia, uno spazio di apparente neutralità dal quale si può dire: «Non stiamo né con i negazionisti, né con gli allarmisti», che però non sono due poli speculari di irrazionalità, come li si vuole presentare. È anzi una lettura pericolosa di quello che sta succedendo. Si può discutere sui toni, sulle strategie, sulla validità dell’uso politico della paura, ma «allarmismo» è semplicemente il messaggio che arriva da tutta la letteratura scientifica sui cambiamenti climatici.

Un collasso è in atto, tutto il mondo è in anomalia climatica. Stigmatizzarlo come catastrofismo e metterlo sullo stesso piano dell’antiscienza dei negazionisti climatici (che il direttore del centro europeo Copernicus sui cambiamenti climatici Carlo Buontempo ha giustamente definito «equivalenti ai terrapiattisti») è un’operazione disonesta.

Ed è per questo che la voce che arriva da chi ogni giorno studia questi fenomeni è importante, serve un impegno diverso della ricerca nella società, che vada oltre paper studi e dati, e finalmente sta arrivando.

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