La presente rappresenta una nota informativa, di Extinction Rebellion e Fridays For Future, in merito a un articolo uscito su Domani il 1° novembre 2022 e pubblicato su Editoriale Domani il 2 novembre 2022. L’articolo, dal titolo Il rischio di radicalizzazione del movimento ambientalista, è firmato da Matteo Pugliese, ricercatore esperto di terrorismo.

La necessità di replica nasce in quanto all’interno dell’articolo vengono accostati molto liberamente alcuni fatti veri, ma astratti dal loro contesto, a fatti non verificati, costruendo una tesi in maniera non solo scorretta, ma a tratti diffamatoria, senza attingere ad alcuna fonte.

L’immagine che ne esce è di un movimento climatico non ben definito che si dirige verso il terrorismo, come lasciano intendere esplicitamente le affermazioni conclusive dell’articolo: «alcune frange radicali potranno considerare sempre più spesso l’uso della violenza e della minaccia per ottenere obiettivi politici, prima contro le cose e poi contro i rappresentanti delle istituzioni».

L’autore parla di «salto di qualità e radicalizzazione» del movimento climatico sostenendo che il nuovo movimento inglese Just Stop Oil adopera «non solo tecniche di disobbedienza civile ma anche di azione diretta».

Tali affermazioni si basano sul presupposto che l’azione diretta sia qualcosa di differente rispetto alla disobbedienza civile, se non una tecnica che gode di maggiore radicalità.

Vi sono almeno due livelli di evidenza che rendono errata questa affermazione. A livello semantico, le azioni dirette nonviolente sono proprio una forma di disobbedienza civile.

A livello storico: diversi movimenti ecologisti, da diversi anni, mettono in atto azioni dirette di disobbedienza civile ed Extinction Rebellion nasce nel 2018 come movimento di disobbedienza civile che opera proprio attraverso azioni dirette nonviolente.

Gli esempi realizzati in tutto il mondo sono moltissimi. Eppure, secondo il quadro teorico che emerge nell’articolo, una zuppa di pomodoro su un quadro sarebbe un’azione diretta, a differenza dell’occupazione di una piattaforma petrolifera o dell’imbrattamento e rottura delle vetrine del quartier generale di Shell a Londra.

L’articolo prosegue raccontando di scontri e violenze avvenute durante l’occupazione di una miniera di Carbone in Germania, ma nessuna di quelle citate è stata organizzata né da Extinction Rebellion né da Fridays For Future, anche se nell’articolo non viene mai spiegato.

Il resoconto di quella giornata è riportato sul sito di Ende Galende, il movimento tedesco rinomatamente nonviolento che l’ha organizzata. Si possono trovare anche diversi articoli pubblicati da CNN, DW, i24news.

In nessuno di questi si parla di violenza, ma piuttosto di manifestanti pacifici bloccati dalla polizia per ore sotto il sole cocente, o circondati dalla polizia e rimossi di peso, senza mai opporre resistenza.

Allo stesso modo, nell’articolo si parla di «avanguardie che ritengono che i metodi non violenti siano inefficaci». Ci sorprende dover ricordare che sia Fridays For Future che Extinction Rebellion credono fortemente che i metodi nonviolenti siano efficaci, tanto da averlo scritto esplicitamente tra i loro principi (XR Italia, Fridays for Future Italia). Nel caso di XR, inoltre, l’azione diretta nonviolenta è anche il nucleo centrale della sua strategia.

Stupisce ancora di più l’esplicito accostamento delle Brigate Rosse con Extinction Rebellion. Nelle parole dell’autore: «A Bristol, una cellula affiliata al movimento ha scelto il discutibile nome Red Brigade e, nonostante si limiti ad azioni simboliche, richiama un gergo militare e il gruppo terrorista italiano».

Ci preme sottolineare che Le Red Rebel Brigade, non Red Brigade, nascono effettivamente a Bristol, e sono una creazione della compagnia teatrale The Invisible Circus. Le Red Rebel compaiono per la prima ondata di azioni dirette di Extinction Rebellion UK dell’aprile del 2019.

Sono figure vestite di rosso, che attraversano i luoghi in cui si svolgono le azioni di XR in silenzio, con movimenti esageratamente lenti, per esprimere il dolore di tutti gli esseri viventi per la crisi ecoclimatica in corso. Tutto verificabile facilmente, anche attraverso una semplice ricerca su Internet e sulle pagine Facebook di Extinction Rebellion. 

Il fatto che nell’articolo si sostenga che Extinction Rebellion  utilizzi un gergo militare e richiami il gruppo terrorista italiano è pura diffamazione, in forte contrasto con lo stesso codice deontologico dei giornalisti.

Purtroppo stiamo assistendo, anche in questi ultimissimi giorni, a seguito dell’azione di Ultima Generazione al Senato del 2 gennaio, alla costruzione di una narrazione pubblica sui movimenti climatici come estremisti, paraviolenti, irragionevoli, all’attacco di un sistema che già sta facendo tutto ciò che è necessario per proteggerci dal caos climatico.

È stato raccontato molto bene sulla prima pagina di questo stesso giornale il 3 e il 5 gennaio.Adesso è il momento di renderlo evidente, tutti insieme.

Per far sì che chi si batte ogni giorno per il futuro di tutta la umanità, non venga delegittimato e criminalizzato. Ringraziandovi per il vostro lavoro e per lo spazio concesso,

Extinction Rebellion e Fridays For Future

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