Le operazioni militari clandestine prevedono azioni di: informazione e propaganda; evasione ed esfiltrazione; guerriglia. La condotta di tali azioni è affidata a personale del SISMI che, in caso di emergenza, attiva una «Base nazionale» già predisposta. [...] Il SISMI deve distaccare, nell'imminenza di un eventuale conflitto, «due nuclei rispettivamente a Napoli, presso la sede di guerra di Afsouth, e, a Verona, presso Ftase»...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l'operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì
Sono stati altresì acquisiti dal Comitato alcuni documenti, dai quali risulta che in diverse, successive occasioni, a partire dal 21 febbraio 1975, il Servizio ha predisposto per il ministro un appunto concernente l'attività Stay-behind; viceversa, non sono stati acquisiti documenti risalenti al periodo antecedente tale data. Ad informative fornite tra il 1956 e il 1975 fanno riferimento, come si vedrà, solo alcuni accenni presenti nei documenti predetti.
Il primo di questi è, come detto, un appunto, o briefing, di volta in volta sottoposto al ministro della difesa pro tempore. Il contenuto dell'appunto — rimasto invariato sino al 1983, tranne per quanto riguarda il numero dei quadri e delle persone già reclutate — può essere così sintetizzato: l'attività organizzativa di operazioni militari clandestine ha avuto inizio nel novembre 1956 con accordi bilaterali tra il Servizio Informazioni statunitense e quello italiano.
Nel giugno 1959, il Capo di Stato maggiore della difesa veniva messo al corrente di quanto già realizzato ed il Capo del Servizio autorizzava l'ingresso del Servizio stesso, in qualità di membro, nel Comitato di pianificazione e coordinamento, organo di Shape.
Nel 1964, dopo l'invito da parte alleata, il Capo del Servizio approvava l'ingresso del SID nel Comitato Clandestino Alleato (Acc), emanazione del già citato Cpc di Shape.
Gli altri Paesi aderenti erano: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Repubblica federale di Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo; nel novembre 1968 il Servizio ha ricevuto la «direttiva di Saceur per la guerra non ortodossa», poi sostituita da analoghe direttive del 1972 e del 1976.
Le operazioni militari clandestine prevedono azioni di:
Informazione e Propaganda;
Evasione ed Esfiltrazione;
Guerriglia.
La condotta di tali azioni è affidata a personale del SISMI che, in caso di emergenza, attiva una «Base nazionale» già predisposta. Ove la sopravvivenza di tale base «stia per essere compromessa per l'integrale occupazione del territorio, la base stessa si dovrà trasferire presso una Base comune alleata sostitutiva, in Gran Bretagna»; la «Base nazionale», in tempo di pace, assolve anche le funzioni di Centro addestramento e studio per le forme di lotta clandestina (Centro Addestramento Guastatori).
Tale centro è stato visitato da alcune personalità politiche e militari; le operazioni militari clandestine si collocano nel quadro delle operazioni Nato. In tale quadro il SISMI deve distaccare, nell'imminenza di un eventuale conflitto, «due nuclei della particolare branca, rispettivamente a Napoli, presso la sede di guerra di Afsouth, e, a Verona, presso Ftase»; si prevede di impiegare: 2100 quadri, di cui 380 già reclutati ed addestrati nonché un numero indefinito di gregari, da reclutare solo in caso di guerra, a cura dei quadri; si dà conto delle principali attività dell'organizzazione in tempo di pace; si sottolinea che le disposizioni per il reclutamento e per il controllo del personale hanno conservato, nel tempo, la loro validità, tanto è vero che è stato possibile individuare tempestivamente l'impegno politico assunto successivamente da alcuni reclutati e determinare quindi la loro esclusione (in 24 anni vi sono stati rarissimi casi, complessivamente inferiori all'I per cento); è da escludere la possibilità che i materiali siano utilizzati per scopi diversi da quelli programmati dal Comitato Clandestino Alleato; il reclutamento del personale civile avviene in quattro fasi (individuazione, selezione, aggancio e controllo), descritte nei partico lari. Non vi sono preclusioni se non quelle derivanti dalla legge n. 801 del 24 ottobre 1977.
Il tempo medio fra l'individuazione ed il reclutamento varia tra i 18 e i 25 mesi; [Le notizie sul reclutamento qui riportate sono contenute, come detto nella nota precedente, in una scheda allegata ad una delle edizioni del briefing predisposte nel periodo considerato. Il tema del reclutamento, soprattutto con riferimento ai primi anni dell'organizzazione «Gladio», è stato specificamente affrontato dal presidente della Repubblica nel corso dell'incontro del 15 marzo 1991. Premesso che i reclutandi dovevano essere facilmente «mimetizzabili», e cioè avere un profilo socio economico tale da poter facilmente sfuggire ad eventuali retate dell'occupante, il presidente della Repubblica ha precisato che essi erano scelti di preferenza fra ex partigiani delle formazioni non comuniste ed in particolare della formazione «Osoppo», che oltre a condurre la guerra partigiana contro i tedeschi, aveva subito sanguinose aggressioni dalla brigata partigiana comunista operante nella stessa zona. Quanto al criterio della provenienza geografica, il Servizio si orientava verso i residenti in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Piemonte e Lombardia, ritenute le aree più esposte al rischio dell'invasione; numerosi erano anche i reclutati residenti in Sardegna, in vista della loro utilità in operazioni di esfiltrazione, nell'ipotesi che le forze nazionali fossero state costrette ad abbandonare anche l'isola.
Il Presidente della Repubblica ha poi affermato che, quanto al criterio dell'orientamento politico-ideologico dei reclutandi (del quale non si poteva non tenere conto), i comunisti non venivano presi in considerazione per una forma di rispetto, in quanto non si poteva chiedere loro, negli anni cinquanta, di entrare a far parte di una organizzazione che si sarebbe dovuta opporre alla «liberazione» del Paese, al rovesciamento della «dittatura capitalista» ed all'instaurazione del socialismo. In altre parole a quel tempo, quello che per ì borghesi significava «tradire la patria», per i comunisti significava servire una causa superiore, quella dell'internazionalismo proletario.
Infine, è da ricordare che all'orientamento politico dei reclutandi fa riferimento anche un appunto per il Capo del Servizio — datato 7 gennaio 1975 — nel quale si osserva, tra l'altro, che la ricerca del personale nel campo S/B mira a reperire personale «mosso da motivazioni ideologiche e patriottiche». Ulteriori informazioni sul reclutamento verranno fornite più avanti riferendo sugli aspetti organizzativi della struttura Stay-behind.].
in sintesi: l'operazione è prevista da direttive Nato, è realizzata con assoluta sicurezza e «contiene il seme della lotta per la libertà e l'indipendenza». Un'ulteriore copia del briefing, datata giugno 1983 (recante an cora l'originaria classifica «Segretissimo»), è stata inviata al Comi tato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Questo testo, che nei contenuti non si differenzia dai precedenti, presenta due elementi di novità: il primo è dato dall'annotazione manoscritta della parola «RIMINI» accanto alla denominazione «Gladio», che risulta sbarrata con un tratto di penna (su questo punto si avrà modo di tornare più avanti, riferendo sugli scopi e le finalità della «operazione Gladio»); il secondo è la cifra di 640 quadri già reclutati, superiore a quella risultante dalla relazione governativa.
Il contenuto del «briefing» predisposto nel 1984
La più recente versione del briefing, trasmessa dal Presidente del Consiglio ed acquisita agli atti del Comitato, è una scheda datata 9 luglio 1984 e classificata in origine «Segretissimo», poi di «vietata divulgazione».
La scheda è molto più sintetica delle precedenti, delle quali riproduce i contenuti essenziali, che così possono essere riassunti: esiste un'organizzazione che fa capo al Servizio ed ha il compito di predisporre, fin dal tempo di pace e con assoluta riservatezza, quanto necessario per la condotta di operazioni di guerra non ortodossa sul territorio nazionale eventualmente occupato dal nemico, a diretto supporto delle operazioni militari condotte dalle forze della Nato; l'organizzazione agisce in stretta collaborazione con analoghe strutture create dai Servizi dei Paesi della Nato e svolge la sua attività sulla base di una pianificazione ispirata alle direttive del Comandante supremo delle forze alleate in Europa (Saceur); nell'ambito dell'organizzazione vengono condotte esercitazioni nazionali e Nato, con l'apporto delle unità speciali delle Forze armate; per prassi ricorrente, vengono informati dell'esistenza dell'organizzazione e delle sue attività, «nella forma opportuna e con il vincolo della segretezza», il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa ed i Capi di Stato maggiore. La documentazione inviata dal Presidente del Consiglio comprende anche, come già detto, l'elenco delle autorità «indottrinate» nel periodo 1984-1989, le cui firme risultano da una scheda di «presa visione» allegata al documento ad esse sottoposto. In relazione a quanto sopra, l'ammiraglio Martini, Direttore del SISMI dal 1984 al 1991, ha fornito al Comitato, nell'audizione del 7 febbraio 1991, i seguenti elementi di informazione: fu sua l'idea di predisporre l'informativa sintetica e di sotto porla alla firma di tutti i responsabili politici.
Ciò non avvenne per il Presidente del Consiglio, senatore Fanfani, e per il Ministro della difesa, onorevole Gaspari, in ragione della brevità del loro incarico governativo (sesto Governo Fanfani: aprile-luglio 1987); il briefing veniva da lui sottoposto alla firma quando ne aveva occasione, di regola senza illustrazione; ritenne di non informare il CESIS, non sussistendo dipendenza gerarchica tra il SISMI ed il Cesis stesso.
A questo riguardo, è da sottolineare che il Comitato esecutivo per i Servizi di informazione e sicurezza non risulta essere stato informato neanche in periodi precedenti e che il Comitato parlamentare di controllo non ha mai ricevuto informazioni di alcun genere sulla struttura Stay-behind prima dell'ottobre 1990.
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