Testimonianza, poi, di estremo rilievo è quella resa alla Commissione dall’Agente Speciale Anthony Quaranta, che, in ventisei anni di lavoro presso il Dipartimento di Polizia della città di New York, era diventato un esperto sulla famiglia criminale dei Gambino, anche perché aveva lavorato a lungo sulla infiltrazione del crimine nelle attività lecite
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980
I collegamenti fra i Gambino e Domenico Adamita, ad esempio, risultano dall’acquisto della discoteca "Casanova Disco" di Atlantic City da parte di Domenico Adamita, per la somma di 350.000 dollari, con danaro sulla cui provenienza l’Adamita non ha dato esaurienti spiegazioni.
Così, parte del danaro gli sarebbe stato prestato da Leonardo Soccolich, il quale, socio di Domenico Adamita in una pizzeria, gli prestò una grossa somma di danaro ed indusse i suoi parenti a fare altrettanto, e, cosa ancora più strana, divenne impiegato dell’Adamita presso la discoteca.
Il Soccolich disse che custodiva il danaro, dato in prestito all’Adamita, in un buco di una trave della sua abitazione e disse che non aveva voluto divenire socio di Domenico Adamita, perchè non credeva all’avvenire, in termini economici, di AtlanticCity.
Opportunamente, pertanto, la Commissione fece rilevare al Soccolich come fosse ben strano che egli, pur non credendo alla convenienza dell’iniziativa di Domenico Adamita, gli avesse prestato 50.000 dollari e fosse diventato suo impiegato con una paga settimanale di 500 dollari.
Né va trascurato che è stata ammessa da Domenico Adamita e da Giuseppe Gambino un’attività di "consulenza" svolta da quest’ultimo perfino per l’arredamento del locale, che assomiglia in modo impressionante al ristorante “Valentino’s” di cui è titolare il Gambino.
Ed ancora, il noto “boss” Angelo Bruno, nel suo interrogatorio, ha confermato di avere avuto rapporti con i Gambino per l’installazione di macchinette automatiche per la distribuzione di sigarette ad Atlantic City e ha chiamato tale locale "Valentino", mentre il presidente gli faceva osservare che il nome era “Casanova”.
Un altro elemento di spicco della malavita organizzata, Emanuele Gambino, non può fare a meno di riconoscere di avere detto che Giuseppe Gambino aveva un interesse nel “Casanova”.
Ed appare interessante rilevare che proprio il Casanova Disco è stato frequentato per alcuni mesi da Antonio Adamita, il quale vorrebbe accreditare un’immagine di sé quale persona del tutto estranea al mondo dei trafficanti di eroina. Infatti, il predetto imputato ha detto che, circa due anni prima del suo arresto (e quindi nel 1978), era stato negli Usa per circa quattro mesi e che aveva alloggiato al Casanova Disco, dove aveva lavorato come sguattero. (...).
Ora, è ben strano che l’Adamita, titolare in Italia di un’avviata impresa artigiana nel settore dei rivestimenti termici, sia andato in Usa a fare lo sguattero per ben quattro mesi ; rendendosi conto di ciò, il prevenuto ha detto di esservi andato per verificare la possibilità di svolgere la sua attività in America, dato che in Italia aveva notato un calo nelle commesse.
Ma, poi, ha ammesso che, in sostanza; negli Usa non aveva svolto alcun sondaggio sulle prospettive del mercato, ma si era limitato a studiare l’ambiente (sic!).
Va rilevato, altresì, che, sia Domenico Adamita sia Giuseppe Gambino sono stati interrogati circa i loro rapporti con Tommaso Buscetta (sulla cui personalità non è necessario immolarsi, tanto è nota) e che, dopo di avere dato risposte evasive, hanno ammesso di averlo visto a Brooklyn durante la sua permanenza negli Usa; caso strano, tali "casuali" incontri avvenivano al bar “Capricci’s”, gestito da Emanuele Adamita e frequentato da tutti i membri della famiglia Gambino.
Testimonianza, poi, di estremo rilievo è quella resa alla Commissione dall’Agente Speciale Anthony Quaranta, che, in ventisei anni di lavoro presso il Dipartimento di Polizia della città di New York, era diventato un esperto sulla famiglia criminale dei Gambino, anche perché aveva lavorato a lungo sulla infiltrazione del crimine nelle attività lecite.
Ebbene, dopo aver esposto i legami di Tommaso Gambino e dei suoi tre figli, John, Giuseppe e Rosario, col crimine organizzato e, in particolare, con la “famiglia” di Angelo Bruno, il Quaranta ha riferito che, nel 1970, Emanuele Adamita era stato controllato in Canada a bordo di una autovettura guidata da Paul Gambino e che si era incontrato con esponenti delle “famiglie” Catroni e Zerilli del Canada.
Ciò, come ha fatto rilevare l’agente Quaranta, rende appieno quale fosse il peso di Emanuele Adamita nell’ambito della “famiglia” dei Gambino, dato che il luogotenente di Carlo Gambino, Paul Gambino gli faceva da autista.
Infatti, a specifica domanda della Commissione (È insolito per un capo guidare una macchina?) l’agente Quaranta rispondeva: “Credo che sarebbe tanto normale come se il Presidente Carter facesse da autista ad un agente del servizio segreto”.
Gli esposti elementi, naturalmente, non costituiscono prova sufficiente, per sé soli considerati, di appartenenza ad una qualsivoglia organizzazione criminale, ma acquistano rilievo e significazione notevole se posti in correlazione con gli specifici fatti delittuosi di cui si è detto e di essi deve tenersi conto anche per valutare la personalità degli imputati e l’attendibilità delle loro discolpe, peraltro ampiamente smentite dalle altre prove a loro carico.
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