Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci del lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 presieduta da Tina Anselmi


Con riferimento alle indagini disposte dalla Commissione, si premette che un primo accertamento riguarda l'epoca in cui presumibilmente sono stati formati gli elenchi in questione: tale arco di tempo può collocarsi con sufficiente approssimazione dal 1979 al 1981 in base alle risultanze desumibili:

a) dalla corrispondenza intercorsa tra Gelli e i capigruppo della loggia, da cui emerge che intorno al 1979 vi fu una generale revisione degli elenchi degli iscritti, una ripartizione degli effettivi tra i capigruppo e quindi l'aggiornamento e la riscrittura degli elenchi medesimi;

b) dagli esiti della perizia tecnica disposta dalla Commissione sul nastro della macchina da scrivere sequestrata a Castiglion Fibocchi. Di tale perizia, consistente nella decifrazione dei caratteri impressi sul nastro rimasto inserito nella macchina da scrivere della segretaria del Gelli, inequivocabilmente si evince che gli elenchi furono redatti con la macchina in questione e che furono ultimati in data precedente l'8 marzo 1981, con la inclusione degli ultimi 18 iscritti per i quali la data di iniziazione era stata programmata per il successivo 26 marzo 1981.

Tenendo conto di questo riscontro temporale, il primo problema da affrontare in ordine logico è quello relativo alla individuazione della natura del documento in esame, secondo una rilevazione esterna che attenga ai connotati funzionali del reperto studiato al fine di verificare se possa essere considerata autentica quella che appare essere ictu oculi la sua natura di elenco di iscritti ad una associazione data: nella specie la Loggia massonica P2.

A tal fine è primaria argomentazione rilevare che le liste di Castiglion Fibocchi trovano riscontro in ulteriori reperti, antecedenti o contemporanei che accompagnano, con significative concordanze, i dati relativi. Elementi di riscontro in ordine ai dati contenuti nelle liste sono stati infatti successivamente acquisiti dai documenti dell'archivio uruguaiano di Gelli, pervenuti alla Commissione nel corso dei lavori, comprendenti anche un duplicato (con annotazioni in lingua spagnola) della lista generale nonché 109 fascicoli personali di altrettanti iscritti, contenenti sicure conferme documentali sull'appartenenza alla loggia.

L'esistenza di un secondo archivio dell'organizzazione gelliana denuncia la non episodicità dei reperti sequestrati a Castiglion Fibocchi, e comunque denota una significativa e non improvvisata sistematicità di archiviazione. Inoltre, l'autenticità dell'elenco è comprovata dal riscontro con altri analoghi documenti ad esso anteriori.

In particolare la lista con cinquecentoundici (511) nominativi di cui si compone l'elenco degli iscritti alla disciolta loggia P2 consegnato al giudice Vigna di Firenze da Gelli e Lino Salvini separatamente e con il libro matricola, che consta di cinquecentosettantatre (573) effettivi, sequestrato dalla Commissione presso la comunione di piazza del Gesù, che porta a nostra conoscenza la composizione della loggia P2 durante l'arco di tempo che corre dall'anno 1952 fino al 1970.

Questi elenchi rappresentano un secondo elemento di indubbio significato perché dimostrano che la lista di Castiglion Fibocchi non costituisce un unicum ma si pone invece come il prodotto ultimativo di una stratificazione di documenti la cui redazione si è protratta lungo un arco di tempo più che decennale: considerazione che indebolisce significativamente la ipotesi di una artata prefabbricazione delle liste o della loro natura di documento informale e conduce anch'essa, come la precedente osservazione, ad una rassicurante valutazione in ordine alla sistematicità dell'archiviazione dei dati al nostro studio.

Argomento, poi, che si ritiene di estremo rilievo in ordine alla natura degli elenchi, secondo quanto osservato dal Commissario Mattarella, è quello che si ricava dalle conclusioni della seconda perizia ordinata sulle liste stesse dalla Commissione, non preceduta in questi suoi riscontri da alcuna consimile attività da parte di altri organi inquirenti.

I periti rispondendo ai quesiti loro posti hanno specificato che le liste non sono state compilate in un unico contesto ma risultano il frutto di successive, diverse operazioni di battitura; in particolare l'analisi peritale condotta partitamente su ogni pagina del documento dimostra che molte delle annotazioni apposte in margine ad ogni singolo nome non furono battute contestualmente al nome relativo.

Questa conclusione dimostra al di là di ogni verosimile dubbio che le liste sequestrate erano in sostanza quello che ad un primo esame denunciano di essere: un documento nel quale veniva registrata la gestione amministrativa e contabile della loggia. Si vuole infine rilevare che tali argomentazioni collimano con i risultati della prima perizia, dianzi citata, dai quali emerge che gli ultimi nominativi (di affiliati per i quali era da perfezionare l'iniziazione) vennero inseriti nelle liste poco prima della effettuazione della perquisizione, essendo i loro nominativi impressi nel nastro ancora inserito nella macchina da scrivere in uso nell'ufficio di Gelli.

Si osserva da ultimo che la constatazione dei periti che alcune delle annotazioni furono riportate invece contestualmente al nome relativo, vale a indicare che gli elenchi sequestrati non costituivano l'unico documento anagrafico in uso presso la segreteria di Gelli, ponendosi piuttosto come una copia od un estratto del documento di segreteria per il quale vi era correntezza di uso da parte del personale addetto.

Le conclusioni desumibili dalle perizie sono suffragate dalla testimonianza della segretaria di Gelli, la quale, pur rendendo la non verosimile dichiarazione di ignorare il significato delle sigle contenute nel documento, ha peraltro affermato che tali annotazioni venivano da essa effettuate meccanicamente, sotto diretta dettatura del Gelli.

Tale affermazione contiene dunque l'indiretta ammissione che l'elenco veniva usato per apporvi le indicazioni del caso, al momento nel quale se ne manifestava la necessità, ed è suffragata dalle annotazioni riportate in un foglio tra le quali il Gelli, sotto la voce «Memoria x Carla» ricordava tra l'altro alla segretaria di «finire gli elenchi per settori con aggiornamento».

Ultimo riscontro relativo alla rilevazione esterna del documento è quello relativo alla coincidenza tra le sigle apposte in margine ad ogni nome e le ricevute contenute negli appositi bollettari, le annotazioni del registro di contabilità nonché i versamenti sul conto intestato a Licio Gelli presso la Banca Popolare dell'Etruria, nel senso che ogni registrazione consegnata in uno di questi documenti risulta generalmente apposta, con la sigla relativa, sulle liste in esame, che pertanto, anche sotto questo profilo risultano frutto di puntuali aggiornamenti contabili

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