Dopo l’arrivo a Taiwan di una delegazione del Congresso degli Stati Uniti in visita istituzionale, la Cina ha avvertito che le «ripetute provocazioni sulla questione di Taiwan» da parte degli Usa, non potranno «cambiare il fatto che Taiwan è una parte della Cina, né ostacolare la completa riunificazione alla madrepatria».

  • In una conferenza stampa, riportata dall’emittente cinese Cgtn, il portavoce del ministero degli esteri, Zhao Lijian, ha anche espresso la «ferma opposizione» di Pechino a ogni scambio ufficiale tra Taipei e Washington.
  • «I legislatori statunitensi – ha detto – dovrebbero seguire la politica di “una sola Cina”, cui il governo degli Stati Uniti aderisce, rispettare il principio di “una sola Cina” e i tre comunicati congiunti sino-americani, e interrompere gli scambi ufficiali tra Stati Uniti e Taiwan. Non dovrebbero fare commenti irresponsabili. La Cina continuerà ad adottare misure risolute e difendere fermamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale». Ha detto così il portavoce, riferendosi alle manovre militari delle forze armate cinesi, Pla, vicino a Taiwan.

  • Il principio di “una sola Cina” stabilisce che esiste solo una Cina, che include il territorio della Cina continentale e quello di Taiwan,  inoltre, che l’unico governo legittimo è quello di Pechino. Ne deriva una politica fondata sul perseguimento dell’unificazione con Taiwan, su base pacifica, ma che non esclude, in caso di necessità, il ricorso alla forza. Gli Stati Uniti aderirono ufficialmente a questo principio nel 1972, con il comunicato di Shanghai, il primo dei tre citati da Zhao. Gli altri due sono il comunicato del 1978 in cui Washington e Pechino stabilivano le relazioni diplomatiche, e quello del 1982 in cui gli Usa assicuravano una riduzione della vendita di armi a Taiwan.

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