Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


L’esame delle risultanze processuali ed il vaglia critico delle stesse hanno posto in evidenza, ad avviso dello scrivente, incontestabili prove a carico dei fratelli Adamita e dei fratelli Gambino in ordine all’episodio del sequestro di oltre quaranta chilogrammi di eroina, avvenuto a Cedrata di Gallarate il 18 marzo 1980; inoltre, dalle dichiarazioni di Francesco Rolli, della cui sicura attendibilità si è già detto, risulta come Emanuele Adamita ed i Gambino fossero interessati anche alla ricezione dell’eroina di cui ai due pacchi, spediti da Palermo da Salvatore Gallina come effetti personali, pervenuti all’Aeroporto JFK di New York il 13 ed il 28 agosto 1979.

Le indagini ovviamente non facili né brevi non hanno potuto (sarebbe stato utopistico ritenerlo possibile) svelare appieno tutte le pieghe di questa organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti.

Tuttavia, un risultato di fondamentale importanza è stato già acquisito; quello di stabilire, senza possibilità di dubbio, in sede giudiziaria, che elementi di spicco dell’organizzazione del crimine degli Stati Uniti, sono stati raggiunti da prove certe sul loro coinvolgimento nel traffico di stupefacenti proveniente da Palermo.

Ne consegue che ogni risultanza ed ogni informazione concernente tale organizzazione va inquadrata alla stregua ed alla luce del dato, processualmente accertato, che l’organizzazione è coinvolta nel traffico di stupefacenti.

Certamente, anche nel passato, il convincimento degli inquirenti era in tal senso; ma, a parte i risultati ottenuti in Usa nella lotta al crimine organizzato, finora i collegamenti tra gli elementi mafiosi del Palermitano e quelli insediati negli Stati Uniti (soprattutto nello Stato del New Jersey) non erano suscettibili di essere valutati, nemmeno indiziariamente, in sede processuale.

È ben noto, infatti, che era agevole difesa quella di giustificare tali collegamenti sulla base del rapporto parentale.

E pertanto, anche al fine di comprendere appieno la figura ed il peso dei fratelli Adamita e della famiglia Gambino nella organizzazione del crimine statunitense, è necessario esporre, sia pure brevemente (in relazione all’ampiezza che il tema meriterebbe il funzionamento dell’organizzazione stessa ed i collegamenti fra gli imputati.

Al riguardo, sono estremamente significative le indagini svolte dalla Commissione di Inchiesta dello Stato del New Jersey, esposte nel nono rapporto annuale, del 1977.

Tale Commissione permanente è il frutto di una iniziativa legislativa dello Stato suddetto ed ha scopi essenzialmente conoscitivi.

William F. Hyland, Procuratore Generale dello Stato del New Jersey, ha efficacemente rilevato che l’esigenza di insediare tale Commissione era sorta perché lo stato del New Jersey si era “procurato velocemente una reputazione a livello nazionale di pozzo nero governativo, camera da letto per killers presi a nolo e deposito di rifiuti per le loro vittime. Se questa reputazione fosse realmente meritata non aveva importanza. La cosa importante era il fatto che essa era diventata un fatto accettato che minava seriamente la fiducia nell’applicazione delle leggi dello Stato”.

La Commissione, dunque, fu istituita per penetrare nel cosiddetto “Oath of Silence” (giuramento del silenzio), dietro cui le figure della criminalità organizzata cercano di nascondersi e i risultati, a parere dello scrivente, sono di indubbio rilievo, poiché hanno consentito di acquisire significativi elementi che, come si è visto, acquistano peso ancora maggiore alla stregua dell’accertato coinvolgimento dell’organizzazione nel traffico degli stupefacenti.

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