Frank Rolli dopo aver deciso di collaborare (avendo ottenuto dalle Autorità Usa la concessione dell'impunità per gli episodi del 13 e del 28 agosto 1979), ha consentito, come "agente sotto copertura", la brillante operazione del sequestro di 40 chilogrammi di eroina che costituisce il frutto dell'intelligente collaborazione delle Autorità di Polizia Statunitense ed Italiana
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980
John Egitto e Gerald Castaldo, come si è già precisato, hanno avuto un ruolo considerevole per individuare alcune pedine e per far intuire il funzionamento dell’organizzazione criminosa di cui trattasi, dedita al traffico di stupefacenti.
Di ben altro peso, però, è stato l’apporto di Frank Rolli, il quale, dopo aver deciso di collaborare (avendo ottenuto dalle Autorità U.S.A. la concessione dell’impunità in ordine agli episodi del 13 e del 28 agosto 1979), ha consentito, come "agente sotto copertura", la brillante operazione del sequestro di 40 chilogrammi di eroina che costituisce il frutto dell’intelligente collaborazione delle Autorità di Polizia Statunitense ed Italiana.
Nel rapporto del 19 marzo 1980, la Squadra Mobile di Milano esponeva quanto segue: (...).
La Dea aveva informato le Autorità Italiane, il 5 marzo detto, che il successivo 15 marzo, sarebbe giunto da New York Adamita Emanuele (n. 41 dell’elenco imputati), che aveva il compito di organizzare la spedizione per gli U.S.A. di un grosso carico di eroina.
Adamita Emanuele ed il fratello Domenico (n. 42 del l’elenco imputati) peraltro, già nel 1971, erano stati segnalati dal Ministero degli Interni divisione stupefacenti, quali trafficanti di eroina ed associati alla cosca che faceva capo al noto “boss” mafioso Carlo Gambino.
Alle ore 9,30 del 15 marzo, in effetti, giungeva all’Aeroporto della Malpensa Emanuele Adamita, in compagnia di un individuo di circa trentacinque anni, con i capelli radi, che indossava un giubbotto color giallo; era, appunto, Frank Rolli, come i successivi sviluppi dell’indagine giudiziaria hanno consentito di accertare.
I due, con una autovettura di servizio pubblico di piazza, si recavano, seguiti dalla polizia italiana, in Vanzaghello, via Cesare Battisti, 13, che è l’abitazione di Adamita Antonio, (n. 43 dell’elenco imputati), altro fratello di Emanuele Adamita.
Verso le ore 19,30 - 20 di quello stesso giorno 15 marzo 1980, i due fratelli Antonio ed Emanuele Adamita, a bordo dell’autovettura Mercedes del primo, si recavano al ristorante Vecchia Cascina 400, sito in Milano, via Campazzino, dove, secondo le informazioni fornite dal Rolli, vi sarebbe stata una riunione per la spedizione dell’eroina.
Nei giorni 16 e 17 marzo, i servizi di vigilanza della Polizia notavano che l’abitazione di Adamita Antonio era frequentata dal fratello Emanuele e dall’individuo col giubbotto giallo (Frank Rolli) e, la mattina del 18 marzo, la Dea informava la Polizia Italiana che, il 5 marzo, era giunto a Vanzaghello anche Adamita Domenico.
Il 18 marzo 1980 alle ore 17,10, Adamita Emanuele, Adamita Antonio e Frank Rollix si recavano, con un’auto vettura Opel di proprietà d’Adamita Antonio, presso la Agenzia di Spedizioni internazionali Jumbo Freight, sita in Cedrate di Gallarate; gli ufficiali di p.g. addetti alla vigilanza notavano che Adamita Antonio ed il Rolli entravano nei locali dell’Agenzia e vi sostavano per dieci minuti circa; i tre facevano ritorno a Vanzaghello, dove giungevano alle ore 18,05.
Alle 18,20, veniva condotto in strada un furgone Ford Transit (anche questo di proprietà di Adamita Antonio); attraverso la porta posteriore, venivano introdotti alcuni pacchi voluminosi da tre o quattro persone, e quindi, il furgone partiva guidato da Adamita Antonio e con a bordo Frank Rolli.
Il furgone raggiungeva l’Agenzia Jumbo e Adamita Antonio, aiutato dal Rolli, scaricava i pacchi (tre più grandi ed uno più piccolo).
I due si trattenevano per breve tempo nei locali dell’Agenzia e, quindi, ripartivano subito per Vanzaghello dove arrivavano alle 19,20.
Il dr. Portaccio, della Squadra Mobile di Milano, entrava, subito dopo la partenza dei due, nei locali dell’Agenzia e, alla presenza dei titolari, Romanò Bruno e Daverio Bruno, accertava, dai documenti di spedizione, che i colli avrebbero dovuto contenere dischi; che risultavano spediti da "Canè Giovanni, via dell’Arco Antico, 9 - Turbigo" e che erano diretti al "Centro italiano nastri - 7414 - Eighteen Ave - Brooklyn, New York".
Aperti i pacchi, si accertava che quello più picco lo conteneva effettivamente dischi, mentre gli altri, in superficie, contenevano dischi e, sotto, recipienti di zinco, con coperchio saldato, avvolti in una stoffa rossa.
Aperti i contenitori di zinco, si rinveniva eroina, contenuta in sacchetti di plastica, per Kg. 40,610.
Pertanto, quella stessa sera, la Squadra Mobile di Milano procedeva all’arresto dei tre fratelli Adamita, che, poco prima, erano usciti tutti insieme da casa a bordo della Mercedes di Adamita Antonio e che stavano recandosi in un ristorante.
Si procedeva ad immediata perquisizione domiciliare nell’abitazione di Adamita Antonio e venivano rinvenuti e sequestrati, tra l’altro: un saldatore da stagnino, materiale da imballaggio ed un cartone simili a quelli utilizzati per la confezione dei colli contenenti l’eroina; tracce della saldatura dei contenitori metallici; cartucce per pistola, di calibro diverso, non denunciate; un fucile tipo moschetto ed una pistola ad avancarica non denunciati.
Sulla persona di Adamita Antonio veniva rinvenuto e sequestrato un foglietto con la scrittura a penna “Vecchio 400 di Milano, Via Campazzino, 2° semaforo”.
Si sequestravano anche il biglietto di aereo relativo ad Adamita Emanuele, rilasciato dall’Agenzia Diker di Brooklyn il 4 marzo 1980, per il volo New York Milano e viceversa (volo Alitalia) e quello relativo ad Adamita Domenico, rilasciato dalla stessa agenzia il 5 marzo 1980 (volo TWA).
Inoltre, addosso ad Adamita Emanuele veniva rinvenuto e sequestrato un biglietto, contenente lo stesso indirizzo, trascritto sui colli contenenti l’eroina. (...).
Adamita Antonio, nell’immediatezza dell’arresto, negava, sia di essersi recato a Cedrate di Gallarate, presso l’Agenzia Jumbo, sia di conoscere l’individuo col giubbotto giallo, insieme col quale, invece, era stato visto dai verbalizzanti.
Si accertava, inoltre, che il mittente dei pacchi, indicato nelle note di spedizione (Canè Giovanni), era una persona inesistente e che a Turbigo non esiste la via dell’Arco Antico.
Tarello Marina, moglie di Adamita Antonio, dichiarava ai verbalizzanti:
- che Adamita Domenico era giunto dagli U.S.A. il 5 marzo 1980 ed Adamita Emanuele il successivo 15 marzo e che entrambi avevano alloggiato a casa sua;
- che Adamita Emanuele era giunto in compagnia di un amico a nome Franco e che quest’ultimo era stato suo ospite, a pranzo e a cena, per tre volte;
- che, il 17 marzo 1980, era giunto dalla Sicilia un furgone, guidato da un giovane di circa 22 anni, il quale aveva scaricato sei o sette scatoloni, contenenti limoni e carciofi e che tre degli scatoloni erano rimasti nella sua abitazione, mentre ignorava dove fossero stati portati gli altri.
I verbalizzanti procedevano al sequestro di una scatola di cartone, indicata dalla Tarello come una di quelle contenenti gli ortaggi provenienti dalla Sicilia, e notavano che tale scatola portava la stampigliatura "Agrumi di Sicilia" - Giuseppe Graziano e figlio – Bagheria, Palermo"; all’interno della scatola rinvenivano alcuni fogli del Giornale di Sicilia del 10 marzo 1980 e di Ippica Sud del 13 marzo 1980.
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