Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del decreto di archiviazione dell’inchiesta “Sistemi criminali”, della Procura della Repubblica di Palermo, del 21 marzo 2001.


Nell’ambito di altro procedimento penale specificamente concernente i responsabili del movimento “Sicilia Libera” sono stati acquisiti ulteriori riscontri all’ipotesi ricostruttiva oggetto del presente procedimento. Come si è già accennato, è stato soprattutto il collaboratore Tullio Cannella a fornire un contributo decisivo per chiarire l’intera vicenda della genesi di questa formazione politica e dei suoi rapporti con Cosa Nostra.

Cannella ha, in particolare, riferito che essa nacque principalmente per iniziati va di Leoluca Bagarella che aveva intenzione di fondare un soggetto politico nuovo controllato direttamente da Cosa Nostra, in quanto l’organizzazione mafiosa era stata tradita dai politici che aveva appoggiato in precedenza, i quali “si erano presi i voti e non avevano mantenuto le promesse”.

E ha spiegato inoltre che la nascita del nuovo soggetto politico era inserita in un progetto più ampio che contemplava il raccordo del movimento siciliano con altre analoghe formazioni di ispirazione autonomista secessionista del Meridione d’Italia: l’obiettivo finale era la separazione della Sicilia dal resto d’Italia al fine di tutelare meglio anche in sede politica gli interessi dell’organizzazione mafiosa.

Il Cannella, che curò personalmente tutte le fasi organizzative del nuovo movimento per conto di Bagarella, ha spiegato che l’iniziativa di quest’ultimo non era certamente solo nell’interesse proprio, ma di tutta l’organizzazione mafiosa, tant’è che egli agiva con il pieno consenso dei vertici di Cosa Nostra, in particolare di Giovanni Brusca e dei fratelli Graviano. Ma ha precisato, altresì, che il progetto legato a Sicilia Libera andò scemando nel corso del 1994, a causa del progressivo disimpegno, prima dei Graviano e di Brusca, e poi dello stesso Bagarella, che avevano deciso di orientare l’appoggio di Cosa Nostra verso un’altra formazione politica. Bagarella infatti disse esplicitamente a Cannella che alle elezioni del ’94 occorreva appoggiare Forza Italia.

In effetti, il Presidente della formazione politica palermitana Edoardo La Bua cercò, dopo l’abbandono del progetto di Sicilia Libera, di riciclare le risorse mobilitate per quell’esperienza politica all’interno di Forza Italia [Sul massiccio appoggio di Cosa Nostra verso candidati di “Forza Italia” in occasione delle elezioni politiche del 1994 si vedano le convergenti dichiarazioni, in atti, di molti collaboratori di giustizia, fra cui Tullio Cannella, Angelo Siino, Giovanni Brusca, Maurizio Avola, Salvatore Cucuzza e Giuseppe Ferro.].

Dagli accertamenti è emerso che La Bua è stato responsabile di un club palermitano del movimento Forza Italia, denominato “Forza Italia-Sicilia Libera”: dalla documentazione acquisita presso la sede di Sicilia Libera, risulta che il club fu certamente attivo nel 1994 e sino al febbraio 1995.

Così come è emerso dalle annotazioni nelle agende e rubriche telefoniche sequestrate all’on. Dell’Utri, uno dei principali artefici del progetto politico di Forza Italia, un tessuto di relazioni che legava molti dei principali esponenti siciliani del nuovo movimento politico ai protagonisti della più recente stagione “meridionalista”: da Domenico Orsini a Nando Platania (si vedano sul punto anche le dichiarazioni dell’on. Gianfranco Micciché del 2 agosto 1996).

Le dichiarazioni di Cannella hanno trovato puntuali e molteplici conferme sia da vari collaboratori di giustizia, sia da alcune persone informate sui fatti, sia da numerose risultanze documentali ed accertamenti di polizia giudiziaria. Giovanni Brusca ha confermato l’interesse suo e di Leoluca Bagarella per Sicilia Libera, gli obiettivi che Cosa Nostra intendeva perseguire con la nuova formazione ed il fatto che essa si inseriva nella ristrutturazione dei rapporti con la politica che Cosa Nostra aveva deciso di attuare dopo aver definitivamente “rotto” con i referenti tradizionali, rottura sanzionata con l’omicidio dell’on. Salvo Lima.

Antonio Calvaruso, molto vicino allo stesso Cannella e a Leoluca Bagarella, ha confermato le dichiarazioni di Cannella in ordine all’attività organizzativa preliminare alla nascita di Sicilia Libera ed al ruolo svolto da Bagarella e Brusca “dietro le quinte” della nuova formazione politica. E l’imprenditore Giovanni Ienna ha, quanto meno parzialmente, confermato il ruolo di Tullio Cannella all’interno di Sicilia Libera e le dichiarazioni di quest’ultimo in ordine all’attività da lui svolta. Sostanziali ammissioni ha fatto perfino La Bua Edoardo, nominato Presidente del movimento politico palermitano il 13 novembre 1993 (la costituzione del partito avvenne in data 8 ottobre 1993), il quale, pur sostenendo di essere inconsapevole del ruolo rivestito da Leoluca Bagarella, ha confermato i suoi rapporti con il Cannella e l’attività da quest’ultimo svolta.

E dall’agenda personale del La Bua e dall’ulteriore documentazione sequestratagli in occasione della perquisizione effettuata presso la sua abitazione, sono emersi altri significativi elementi obiettivi di conferma delle dichiarazioni di Tullio Cannella in ordine alla rete di relazioni in cui era inserito il nuovo movimento politico.

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