Il ministro della Difesa si è recato a Kiev martedì mattina. L’obiettivo è quello di mandare un ultimo invio di aiuti militari prima della fine della legislatura. Intanto, c’è timore per la “flotta fantasma” delle navi russe che hanno tranciato alcuni cavi che collegano la Germania alla Scandinavia
Eccoci pronti per una nuova puntata che vi aggiornerà su tutto quel che c'è da sapere sulla campagna elettorale in Germania. Continua il momento di grazia di AfD e Friedrich Merz appare sempre più in difficoltà schiacciato dagli attacchi di Alice Weidel e dalle incursioni di Markus Söder sulla sua campagna elettorale. Parliamo anche di BSW, sul filo del 5 per cento ma più combattivo che mai, oltre che della querelle sull'ultima tranche di aiuti all'Ucraina su cui sta discutendo - per l'ennesima volta dall'inizio del conflitto - l'ex coalizione semaforo.
AfD senza maschera
AfD ha rinunciato a qualsiasi tipo di moderazione nei toni. La prova provata è nelle dichiarazioni che si sono ascoltate al congresso di Riesa e nel programma elettorale che è uscito dalla convention, ma già la conversazione su X di giovedì scorso tra Alice Weidel ed Elon Musk aveva dimostrato quale fosse la via che AfD ha intenzione di impegnare. Fake news su fake news, da Hitler comunista a un attacco sconclusionato alla «cancelliera verde» Angela Merkel e al sistema educativo «permeato dal wokismo». Ma per i sostenitori di Weidel, già il fatto che la conversazione sia avvenuta rappresenta un successo confermato anche dai sondaggi, che danno AfD ormai ben oltre il 20 per cento.
A Riesa, poi, è arrivata la totale deriva neonazista. Nei toni e nei contenuti: Weidel ha parlato apertamente di remigrazione, cioè l’espulsione del maggior numero possibile di migranti, un proposito che è poi finito anche nel programma elettorale in cui inizialmente non era previsto, ha promesso di radere al suolo gli impianti eolici e ha annunciato che reintrodurrà la leva obbligatoria.
Anche sul territorio la campagna elettorale dell’estrema destra ha raggiunto un nuovo livello di aggressività. È di lunedì la notizia che a Karlsruhe, in Baden-Württemberg, l’AfD locale ha distribuito e consegnato nelle cassette delle lettere di alcuni cittadini 30mila finti biglietti aerei «di sola andata» per il rimpatrio «in paesi d’origine sicuri» di chi secondo gli estremisti non avrebbe diritto a restare in Germania. Sul ticket viene indicata come data del volo il 23 febbraio e come orario le 18, quando si chiuderanno i seggi.
L’indignazione per l’iniziativa è stata fortissima, e nonostante i deboli tentativi di difesa della sezione di partito, che sostiene di non aver scelto volutamente nomi dal suono “non tedesco” è stata lanciata un’indagine della polizia per potenziale “istigazione delle masse”, Volksverhetzung, comparabile all’articolo 604 bis del codice penale italiano, dedicato all’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
Cose dell’altra Welt
Il contributo di Elon Musk pubblicato sulla Welt am Sonntag in cui il multimiliardario incoraggiava a votare AfD per ottenere un cambiamento in Germania ha sollevato una marea di polemiche. Il direttore era stato pesantemente criticato, la responsabile della sezione op-ed si è dimessa in polemica, mentre a inizio anno anche il capo degli inviati ha lasciato il giornale. Ora a intervenire è direttamente Matthias Döpfner, capo del gruppo Axel Springer che edita anche Welt e Welt am Sonntag e caro amico di Musk stesso. In passato l’ex giornalista l’aveva intervistato in prima persona facendosi notare per le domande tutt’altro che aggressive: sembra anche che a fine mese, quando il giornale organizzerà un “summit economico” a porte chiuse, Musk possa essere di nuovo sul palco insieme ai leader di partito tedeschi. Tra gli altri, anche Alice Weidel.
Ora Döpfner cerca però di allontanare l’accusa di spianare la strada a Musk e di conseguenza al suo progetto politico di sostegno di AfD. Con un intervento scritto di suo pugno, l’ad spiega che ci sono diversi ed essenziali punti dei programmi di AfD, BSW e Linke sono «l’opposto dei valori che difende Axel Springer». Per Döpfner, che è anche azionista del gruppo, «Axel Springer è sinonimo soprattutto di libertà. Quindi anche di libertà di parola. Un valore che prevede di ascoltare anche argomentazioni che si ritengono sbagliate, a meno che non siano contro la legge». Ciononostante l’ad definisce quelli che militano in AfD, BSW e Linke politici della rabbia ai margini a sinistra e a destra che alimentano «rabbia (giustificata) e paura (comprensibile)». Tuttavia quei rappresentanti «agiscono con un tono demagogico e intollerante che non risolve i problemi ma li utilizza soltanto per attirare attenzione». Döpfner definisce pericolose le formazioni «che si scagliano contro il capitalismo, la Nato, sminuiscono l’aggressione russa, confondono le critiche al governo israeliano con l’antisemitismo e fanno deteriorare una giusta critica a una politica migratoria fallita in ostilità contro i migranti».
BSW e Merz, “il nemico del mio nemico”
I toni decollano e il rischio di una deriva non dissimile da quella austriaca sembra più tangibile. Friedrich Merz ha fatto un passo importante, legando il suo incarico alla guida della Cdu all’indisponibilità ferma a scendere a patti con AfD. Il vantaggio dei cristianodemocratici sull’estrema destra si mantiene saldo, ma il partito di Weidel è in un momento di trend positivo.
Il candidato sta cercando di rafforzare il suo consenso puntando sull’imprenditoria, a cui ha presentato la scorsa settimana il suo piano Agenda 2030 (Agenda 2010 era il piano di rilancio economico ideato dal governo rossoverde di Gerhard Schröder nei primi anni Duemila, così pieno di iniziative neoliberiste e così lontano dalla tradizione socialdemocratica che gli costò la cancelleria). Merz è disposto a rinviare l’addio alle fonti energetiche fossili se dovesse mettere a rischio l’industria tedesca, rilanciare il rapporto con Trump attraverso una collaborazione più salda con il resto d’Europa, ma la Cdu vuole anche puntare sulla deregolamentazione finanziaria e sull’incentivazione dell’imprenditoria attraverso la riduzione delle tasse. Difficile dire se il piano è sostenibile e se basterà a togliere terreno a AfD, che invece sembra aver messo in secondo piano i piani neoliberisti tanto cari alla sua candidata cancelliera, che ha ormai spostato in toto il tono aggressivo dell’ala identitaria.
Ad aggredire il consenso di AfD dall’altro fianco è paradossalmente BSW. Il partito di Sahra Wagenknecht si è rivelato un avversario all’altezza – e capace di drenare voti – nei tre Land dell’est dove si è votato in autunno, ma c’è da vedere se anche nel resto del paese il BSW sarà altrettanto attraente. Ma adesso, Wagenknecht ha anche individuato Alice Weidel come avversaria da battere.
L’Ucraina e il Baltico nelle elezioni
Altro tema caldo rimane l’impegno tedesco in Ucraina. Dopo le rivelazioni dello Spiegel sul fatto che Olaf Scholz avrebbe bloccato la proposta dei ministri di Esteri e Difesa Annalena Baerbock e Boris Pistorius di inviare a Kiev un altro pacchetto di aiuti militari da 3 miliardi prima della fine della legislatura, domenica scorsa Pistorius ha smentito il fatto che il cancelliere avrebbe puntato i piedi. Resta il fatto che di aiuti per ora non se ne vedono: è però di martedì mattina la notizia che anche la Fdp sarebbe disposta a sostenere un pacchetto con destinazione Kiev.
Anche la Cdu sarebbe disposta a sostenere l’iniziativa, ma per ora un cronoprogramma non c’è. Intanto, il ministro Pistorius sempre martedì ha visitato Kiev per assicurare all’Ucraina il sostegno di Berlino in tempi complessi e di fronte all’incertezza sulle intenzioni di Trump. Nel frattempo, il cancelliere è a Helsinki per occuparsi di un altro aspetto della guerra ibrida della Russia, la cosiddetta “flotta fantasma” che la Russia utilizza per continuare a esportare beni – soprattutto petrolio – nonostante le sanzioni nascondendosi dietro a proprietà celate dietro a un sistema di scatole cinesi. Ultimamente, però, le imbarcazioni hanno anche danneggiato diversi cavi che collegano la Scandinavia al continente.
In Finlandia i capi di governo discuteranno di come proteggere meglio le acque del Baltico: un’imbarcazione avrebbe infatti “accidentalmente” interrotto un cavo che collega Finlandia e Germania. Secondo l’azienda finlandese Cinia la rottura sarebbe dipesa da un intervento esterno, magari di un’àncora o una rete a strascico. Un altro, l’Estlink2 steso tra Estonia e Finlandia, sarebbe stato tranciato a fine dicembre dalla petroliera Eagle S che si è trascinata appresso la sua àncora sul fondo del mare per diversi chilometri. Entrambe le navi sarebbero parte della “flotta fantasma”, così come la petroliera Eventin, finita in avaria nei pressi dell’isola di Rügen. Ci sono voluti tre rimorchiatori per spostarla più a est, per altro nel bel mezzo di una tempesta: i soccorritori hanno impiegato tre ore soltanto per trasferire le 10mila tonnellate di petrolio sui rimorchiatori e poi sono partiti a velocità molto contenuta per tentare di portare la petroliera in un porto.
Martedì il gruppo di imbarcazioni ha raggiunto la rada davanti al porto di Sassnitz, a Rügen, senza che però siano note le intenzioni della compagnia di navigazione a cui appartiene la Eventin. Per il momento non sono state rilevate perdite di petrolio, ma un altro aspetto preoccupante della “flotta fantasma” è proprio il fatto che le navi utilizzate sono spesso vecchie e in alcuni casi non vengono sottoposte a controlli da anni, con il rischio di andare incontro a gravi disastri ambientali.
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