Sarà la cosiddetta coalizione Ampel (ovvero semaforo) a guidare la Germania per i prossimi quattro anni. A due mesi dalle elezioni che hanno salutato l’era della cancelliera Angela Merkel, i partiti vincitori delle elezioni hanno trovato la sintesi utile a creare il nuovo governo. In queste ore i socialdemocratici della Spd (rossi), i Grüne (Verdi) e i liberali della Fdp (gialli) sono a lavoro per definire gli ultimi dettagli del governo che sarà. Con noi ci sarà Giulia Saudelli, giornalista parlamentare della Deutsche Welle, che ha seguito le settimane di trattativa tra le forze politiche.

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L’accordo, siglato tra i tre partiti del semaforo, ha un titolo ambizioso: Osare più progresso. Titolo che richiama quello lanciato dal cancelliere dell’allora Germania Ovest Willy Brandt nel 1969: Osare più democrazia.

Nel corposo programma - oltre 170 pagine - i partiti hanno trovato la quadra: ne escono sicuramente soddisfatti tutti e tre ma a conti fatti sono i liberali che per ora sembrano aver ottenuto di più. Tutti i capi dei partiti avranno funzioni rilevanti, da Annalena Baerbock dei Verdi agli esteri (c’è da attendersi qui una gestione fortemente “ideologica”, con una nuova centralità per la questione dei diritti umani), a Christian Lindner della Fdp alle finanze (il leader quattro anni fa rifiutò di formare un governo con i conservatori di Merkel e i Grünen) e Robert Habeck sempre dei Verdi all’Economia e alla transizione ecologica: un governo che sin dall’inizio nasce con l’impegno diretto di tutti i protagonisti.

Ottimi gli spunti per quanto riguarda i diritti civili: il programma prevede la facilitazione dell’ottenimento della doppia cittadinanza, la legalizzazione della cannabis, la semplificazione amministrativa per il cambiamento di sesso per le persone non binarie, il superamento di vecchie e anacronistiche norme sull’aborto, l’introduzione del voto ai sedicenni. E questa, con tutta probabilità, è la parte più interessante dell’intesa: il cambio di passo con i governi a guida Cdu/Csu è evidente.

Più problematiche le questioni sulla transizione energetica. Il compromesso raggiunto è a tratti insoddisfacente per una parte dei militanti del Fridays for future e per alcuni degli stessi Grünen. Tuttavia, Saudelli sottolinea: «Gli obiettivi che si sono posti nel programma di governo sono comunque ambiziosi. Se guardiamo ad esempio all’uscita dal carbone è stata idealmente posta entro il 2030. O alle auto elettriche o alle fonti di produzione di energia rinnovabile».

Non mancano però delle zone d’ombra. Al di là della valutazione delle singole proposte, un tale trasformazione dell’intera struttura economica e produttiva richiederà ingenti risorse. «Non è ancora chiaro, però, come la coalizione voglia finanziare questo enorme progetto» sottolinea Saudelli, Potrebbero consumarsi su questo argomento i primi scontri anche all’interno della coalizione, viste le differenze di impostazione e di cultura politica tra le forze politiche al governo.


 

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