Non possiamo che ripartire dalle elezioni comunali in Renania settentrionale-Westfalia. Il risultato non è banale, soprattutto per AfD che è riuscita a triplicare i suoi consensi. Nonostante la notizia del contagio a ovest, dove finora l’estrema destra non aveva trovato terreno così fertile come a est, il risultato rivela anche la tenuta dei partiti tradizionali, soprattutto della Cdu che governa il Land d’origine del cancelliere Friedrich Merz

Il centro batte un colpo

La Zeit contestualizza il risultato alle elezioni comunali, dove AfD ha ottenuto l’accesso a tre ballottaggi (Gelsenkirchen, Duisburg e Hagen) sottolineando che di questi tempi anche l’ottimo risultato dell’estrema destra, che a livello regionale è arrivata a conquistare il 14,5 per cento dei voti, deve preoccupare fino a un certo punto. In un contesto di spostamento del dibattito a destra, anzi, verso la destra populista, per il settimanale vale la pena segnalare come a differenza delle elezioni politiche, il voto giovanile questa volta si è orientato verso Cdu, Spd, Verdi e Linke.

Il carburante del successo del partito di Weidel è quindi riconducibile a persone che sposano i contenuti proposti da AfD e, in secondo luogo, a chi è in cerca di un partito a cui destinare un voto di protesta. In Nrw, come viene abbreviato il Land, i cittadini sono sì insoddisfatti del governo attuale, ma non vogliono essere governati da AfD. 

C’è comunque preoccupazione a Berlino, anche in vista di importanti elezioni regionali in programma per il 2026: si vota in Baden-Württemberg, Renania Palatinato, Sassonia-Anhalt, Berlino e il Mecklenburgo-Pomerania anteriore. La Cdu intende affrontare la crescita spingendo per «risolvere i problemi, offrendo ai cittadini un sentimento di sicurezza non solo oggettivo ma anche soggettivo». L’esempio da seguire, così il segretario generale Carsten Linneman, è la Danimarca, intervenuta in maniera drastica sull’immigrazione. La Spd, dal canto suo, è andata tutt’altro che bene, perdendo anche presa nei ceti dei lavoratori in direzione AfD: per i socialdemocratici ora è importante ritornare allo spirito originario delle trattative che hanno portato al contratto di coalizione e lasciare da parte i «dibattiti collaterali». 

Nuova strategia

La ministra dell’Economia Katherina Reiche ha annunciato un piano in dieci punti per aggiustare il tiro della transizione energetica. Lo ha anticipato presentando i risultati del cosiddetto “monitoraggio energetico” lunedì scorso. L’elaborazione dell’analisi è stata affidata ad agenzie pubbliche e all’Ewi dell’università di Colonia, che secondo i suoi detrattori è vicino all’industria fossile. 

Secondo i ricercatori, la transizione in Germania sta progredendo bene, ma secondo la ministra «i prossimi passi saranno più difficili» e andrebbe fatta «una riconsiderazione su basi economiche» soprattutto per gestire meglio la sovracapacità produttiva e la mancanza di energia in caso di cattivo tempo relativamente agli impianti solari o eolici. Per compensare eventuali mancanze, Reiche vuole investire, per esempio, su impianti a gas. 

La ministra vuole intervenire anche sulle sovvenzioni, da ridurre al minimo anche in considerazione del fatto che i privati guadagnano vendendo l’energia da loro generata alla rete. E poi, nel piano si legge la proposta di aumentare anche l’impiego di idrogeno prodotto anche in modo non ecologicamente sostenibile. Le associazioni di settore sono piuttosto critiche nei confronti del piano elaborato dall’ex dipendente di un colosso del settore energetico, per i Verdi il documento mostra che la ministra agisce con in mente la priorità «Fossils First» e senza spiegare come industria, riscaldamento e traffico saranno elettrificati in futuro. Nessuna indicazione, nonostante siano i settori in cui secondo il monitoraggio c’è maggiore bisogno di intervento. 

Relazioni pericolose

Il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt ha fatto sapere di aver avviato colloqui a livello tecnico con il regime dei Talebani che governa l’Afghanistan per avviare una trattativa diretta sul respingimento dei cittadini afghani che arrivano in Germania. Il governo è preoccupato dell’impressione esterna che possa dare e la comunicazione ha sottolineato che il livello della conversazione sarà lontano da quello ministeriale e di conseguenza non implicherà passi avanti nel processo di riconoscimento del regime da parte di Berlino. L’intenzione, ha fatto sapere Dobrindt, è quella di rendere possibili rimpatri regolari e ricorrenti in direzione Afghanistan, da organizzare non solo con voli charter ma anche con voli di linea. 

Nonostante le relazioni diplomatiche tra Berlino e Kabul siano sospese, già nel 2024 il governo aveva fatto rimpatriare alcune decine di persone condannate, come anche l’anno a seguire. Finora, i rapporti sono sempre stati mediati dal Qatar, un livello di contatto che altri membri del governo, come il ministro degli Esteri Johann Wadephul reputano più che sufficiente. Opposizioni e una parte della Spd si sono già lamentati della decisione: per i socialdemocratici, Dobrindt si muove «sul filo del rasoio». Ancora più critici gli altri partiti, che contestano i contatti diretti, che mettono sullo stesso piano di una legittimazione politica del regime. 

Ricongiungimento

Vi segnaliamo anche (raccomandandovi di dare uno sguardo al video, che ritrae una situazione che non si vede tutti i giorni) la reinaugurazione della sinagoga di Monaco. L’edificio è stato riaperto 87 anni dopo la devastazione provocata dai nazionalsocialisti: la sinagoga era stata costruita dall’architetto Gustav Meyerstein nel 1931 secondo lo stile del Neuen Bauens. Il restauro ha cercato di ricostruire il luogo di culto in maniera più fedele possibile all’originale, con uno stile essenziale.

Ha parlato anche il cancelliere Merz, visibilmente commosso, che ha voluto ripercorrere le responsabilità tedesche nella Shoah: il capo di governo ha anche sottolineato il rischio dell’antisemitismo in crescita in Germania. 

Al di là del merito del discorso, colpisce il sentimento di Merz, in genere abituato (e impegnato) a dare di sé un’immagine di freddo calcolatore, sempre razionale e mai disposto a lasciarsi andare. «Spero che un giorno gli ebrei tedeschi possano vivere senza protezione da parte della polizia. Non dobbiamo abituarci al fatto che sembra essere necessario ormai da decenni» ha detto con le lacrime agli occhi. «Voglio dirvi che (il ritorno dell’antisemitismo) mi provoca molta vergogna: come cancelliere della repubblica federale di Germania, ma anche come tedesco, come figlio della generazione postbellica, come bambino che è cresciuto con il compito, il dovere e la promessa del “mai più”». 

Il paradosso di Schröder

Vi segnaliamo anche un pezzo del nostro Matteo Gentili, che si è dedicato al giocatore più in vista della nazionale di basket tedesca, reduce dal successo agli Europei: la finale di domenica sera contro la Turchia ha visto il paradosso di Schröder applicarsi alla realtà ancora una volta. Schröder – che gioca anche in Nba con fortune decisamente alterne – infatti in Nazionale è un fenomeno tutt’altro che incompreso. Non perdetevi questa analisi

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