Tazze e penne, ma anche preservativi, orsacchiotti e borsoni da palestra. Nella rassegna del trash dei gadget di partito che stanno fiorendo in questa campagna elettorale non c’è limite al peggio. E senz’altro ciascuno troverà quello più adatto alla propria indole, che sia una gigantografia di Willy Brandt con mandolino o il metro da architetto “La nostra patria”
- Con una campagna limitata, ci sarà ben poco volantinaggio e mobilitazione di massa. In questo deserto politico, tutto quello che rimane è la cruda Realpolitik.
- Il vostro inviato ha passato buona parte dell’ultima settimana a navigare l’angolo forse più oscuro del web tedesco, più pacchiane delle chat neonaziste della polizia renana e peggio programmate del software per il contact tracing dell’Asl di Berlino-Pankow.
- Una parte consistente di questi shop è però degenerata in qualcosa di più profondamente identitario. Tazze, cravatte, poster per casa, sottopiatti – i partiti di questo paese hanno ormai abbracciato il principio più travolgente del marketing contemporaneo