Deutsche Vita

La Germania deve decidere se il commercio vale ancora più dei diritti umani

06 September 2019, China, Peking: Federal Chancellor Angela Merkel (CDU) is greeted in the Zijin Guest House by Xi Jinping, President of the People's Republic of China, before the start of a four-eyed discussion. Merkel is on a two-day visit to the People's Republic of China. Photo by: Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images
06 September 2019, China, Peking: Federal Chancellor Angela Merkel (CDU) is greeted in the Zijin Guest House by Xi Jinping, President of the People's Republic of China, before the start of a four-eyed discussion. Merkel is on a two-day visit to the People's Republic of China. Photo by: Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images

Dopo una linea di difficile acrobazia tra rispetto dei diritti umani e vantaggi commerciali, è arrivata la resa dei conti sul difficile rapporto tra Berlino e Pechino: non sarà più possibile in futuro ignorare la discrasia tra retorica e azioni pratiche, e dopo esser stata per anni la principale sponsor degli accordi con la Cina in Europa, la Germania dovrà capire da che parte stare

  • Anche se i tentativi di salvare la relazione fra Europa e Cina sono soprattutto riconducibili alla coppia franco-tedesca, la cancelliera era stata da tempo individuata come principale sostenitrice di un accordo complessivo con Pechino.
  • La volontà tedesca di guardare oltre, di attendere che il paese imbocchi la sua strada verso la democrazia, sembra incomprensibile per gli europei che non sono cresciuti all’ombra della Ostpolitik.
  • L’industria meccanica tedesca rischia di fare la fine del settore tessile italiano, azzoppato dalla superiore competizione cinese. Se Berlino si accorgerà del pericolo, allora il sotterramento del Cai sarà solo l’inizio di un riassetto radicale.

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