- Jacob Heinze e gli attivisti in sciopero della fame a Berlino da fine agosto smantellano l’accampamento e tornano alla loro vita normale.
- Gli attivisti ambientali vogliono una “rivoluzione” per creare un cambio di sistema che possa dare maggiore priorità alle politiche climatiche.
- Il rapporto tra gruppi di ambientalisti è complesso: una causa comune, un rispetto reciproco, ma strumenti comunicativi radicalmente diversi.
Primo pomeriggio di un uggioso mercoledì di fine settembre. La missione a Berlino di Jacob Heinze, il suo sciopero della fame tra la cancelleria e il Reichstag, è arrivata a una conclusione. Ha il treno per tornare a casa ad Amburgo tra 90 minuti, ma è in ritardo per il suo ultimo appuntamento. Arriva in stazione centrale e chiede di seguirlo a recuperare una valigia, uno zainetto blu e due buste di tela. Entriamo poco dopo in un dormitorio per universitari. Fa fatica a fare le scale. Prende



