Le elezioni regionali nella Bassa Austria erano un test per il partito conservatore austriaco Övp. La prova è fallita miseramente, e quel che è peggio per i conservatori, il risultato lancia la volata agli estremisti di destra della FpÖ. 

Qualche dettaglio per inquadrare la situazione: la Bassa Austria è la regione che circonda Vienna, ed è tradizionalmente un feudo dei conservatori, come si potrebbe definire la Lombardia per il centrodestra italiano. Vi risiede un quinto della popolazione votante, e alle ultime elezioni la Övp ha sfiorato il 50 per cento dei consensi. Ma domenica le cose sono andate in maniera molto diversa per il partito del cancelliere Karl Nehammer: i conservatori hanno perso quasi dieci punti percentuali e sono scivolati sotto il dieci per cento. Per capire dove sono andati a finire i voti persi dalla Övp, basta guardare al risultato della FpÖ: gli estremisti del partito che fu di Jörg Haider, già amico di Matteo Salvini, prima della sua morte in un incidente stradale, ha guadagnato il 9,4 per cento dei consensi, attestandosi al 24 per cento. 

Sorpresa FpÖ

Considerata la tradizionale fedeltà della Bassa Austria ai conservatori, un risultato di questo tipo è un record assoluto per il partito di destra, e preoccupa anche Vienna. 

Le ragioni della sconfitta sono molteplici, ma una in particolare ha fatto scattare gli allarmi nella cancelleria: secondo commentatori e sondaggisti, le elezioni sono state decise dai temi, più che dai candidati. E, proprio sui temi, la Övp si è lanciata in una rincorsa delle argomentazioni populiste della FpÖ che non ha pagato.

Poco ha contribuito la credibilità della governatrice Johanna Mikl-Leitner, che verosimilmente continuerà a svolgere il suo incarico, ma con ogni probabilità a capo di una diversa coalizione di governo. Quella uscente era formata dai conservatori della Övp, i socialdemocratici della SpÖ e, paradossalmente, dalla FpÖ.

Nonostante la partecipazione al governo, gli estremisti hanno potuto puntare su temi populisti come l’immigrazione e la crescita del costo della vita: il primo tema è stato cruciale per il 36 per cento degli elettori della FpÖ, il secondo per il 22 per cento. Ora, per continuare a essere efficace, il partito punta a far crescere il suo bacino di voti dall’opposizione, una collocazione comoda per insistere ulteriormente sulla contrapposizione tra popolazione ed élite. 

Temi e credibilità

La Övp, invece, deve ripartire da un’analisi della sconfitta. Il tentativo del partito conservatore di porsi, anche a livello nazionale, come campione della lotta all’immigrazione clandestina è fallito. Gli elettori hanno preferito l’originale, la FpÖ, e a nulla è servito lo sforzo del cancelliere Nehammer di approfondire i rapporti con il presidente ungherese Viktor Orbán e il presidente serbo Aleksandar Vučić, populisti di spicco nel panorama europeo.

L’altro problema serio con cui i conservatori dovranno fare i conti in vista delle elezioni politiche del 2024 è il grave danno d’immagine che nuovi scandali di corruzione stanno apportando alla credibilità del partito. Oltre alla vicenda che ha fatto dimettere l’ex enfant prodige della politica austriaca Sebastian Kurz, di recente la stampa austriaca e quella tedesca hanno individuato altri legami problematici tra il partito del cancelliere e la televisione pubblica Orf. 

A livello nazionale attualmente il partito si muove intorno al 20 per cento, un livello drammatico per la Volkspartei, che deve iniziare a mettere in conto un’influenza molto ridimensionata dopo le prossime consultazioni.

Prima delle politiche si vota nella regione di Salisburgo, altra tradizionale roccaforte della Övp, e in Carinzia, dove dominano i socialisti. I due partiti che nel passato hanno spartito tra loro la scena politica austriaca per adesso dovrebbero allearsi in Bassa Austria, ma anche i prossimi appuntamenti elettorali saranno test importanti per FpÖ, che rischia di giocare un ruolo molto rilevante anche alle elezioni nazionali. Il leader Herbert Kickl, sicuramente, si sente già pronto a fare il cancelliere. 

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