Franziska Brantner, responsabile per gli Affari europei dei Verdi al Bundestag, spiega che in vista delle elezioni il suo partito non perderà di vista l’Europa. Un tema fondativo del movimento che negli ultimi tempi in Germania è diventato piuttosto ostico. Anche per i grandi partiti storici
- «La Germania deve dare un contributo affinché l'Europa possa diventare strategicamente più sovrana e affinché noi europei possiamo agire in modo più efficace».
- «Rimango convinta che ci siano aree tematiche in cui ha senso andare avanti con pochi stati membri in caso di veti. Ci sono abbastanza aree dove si può lavorare insieme, e se si può fare, tanto meglio. Ma non ha senso indebolire le regole».
- «Vedo anche con preoccupazione che il fondamentale approccio europeista del Cdu, proprio del partito fin dai tempi di Helmut Kohl, non è sempre presente nelle nuove generazioni».
È dai tempi dell’ingresso nel governo di Gerhard Schröder (1998-2005), con il loro leader Joschka Fischer al ministero degli Esteri, che i Verdi hanno maturato una certa dimestichezza con la politica europea. In questi ultimi sedici anni, costretti all’opposizione dal regno di Angela Merkel, i vertici del partito sono cambiati, portando alla ribalta una delle prime generazioni ad aver fatto una gavetta “istituzionale”. Franziska Brantner, deputata del Bundestag e portavoce per la politica europ



