Inizialmente capace di gestire la pandemia, tanto da fargli accarezzare l’idea di candidarsi alla cancelleria, il ministro della Salute tedesco Jens Spahn è al centro delle polemiche: al ritardo con i vaccini, caos con i test, impreparazione per il lockdown ora si va ad aggiungere un potenziale conflitto di interessi. Oggi in molti chiedono le sue dimissioni
La scorsa primavera Angela Merkel presentava il lavoro di Jens Spahn, ministro della Salute, come «ottimo» di fronte al suo gruppo parlamentare. Poi qualcosa tra di loro si è inceppato.
In estate si diffonde la voce che il ministro e il suo compagno abbiano acquistato una casa dal valore di quattro milioni di euro. Da quel momento alle critiche per questi eccessi si affiancano quelle politiche.
Spahn non ne azzecca più una: caos vaccini e con i test rapidi. Un lockdown prolungato e senza fine, la terza ondata che obbligherà a nuovi sacrifici. E più di qualcuno si chiede se sia davvero la persona giusta al posto giusto.
Lo scandalo delle mascherine in Germania rischia di lambire anche l’ultimo governo di Angela Merkel: lo Spiegel ha infatti sollevato il caso dell’acquisto da parte del ministero della Salute, presieduto da Jens Spahn, di quasi 600mila mascherine nei primi mesi del lockdown dalla Burda GmbH, l’azienda per cui lavora come lobbista Daniel Funke, suo marito. Non è ancora chiaro quanto siano stati coinvolti Funke e Spahn stessi, ma siccome nel caso specifico si tratta di una sorta di assegnazione di



