L'onorevole Sanza, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha dichiarato di aver ricevuto una circoscritta informazione sulla struttura «Gladio», in relazione all'opposizione del segreto di Stato nella vicenda dell'aereo Argo 16. L'onorevole Tanassi ha dichiarato di ricordare di aver saputo dal Capo del Servizio pro tempore, generale Miceli, che era stato deciso di smantellare i nascondigli delle armi...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l'operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì
Il Comitato, nel corso della sua indagine sulla «operazione Gladio», ha dedicato nove sedute ad audizioni di personalità politiche che, in ragione delle cariche ricoperte, potevano essere state informate o comunque aver acquisito elementi di conoscenza sull'organizzazione Stay-behind.
Nella loro qualità di ex Presidenti del Consiglio dei ministri o ex Ministri della difesa o ex Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio con delega per i Servizi di informazione e sicurezza, sono stati sentiti: il senatore Andreotti, il senatore Spadolini, l'onorevole Martinazzoli, l'onorevole Zolla, l'onorevole Goria, l'onorevole Sanese, il senatore Fanfani, il senatore Mazzola, l'onorevole De Mita, l'onorevole Sanza, l'onorevole Craxi, l'onorevole Tanassi, l'onorevole Rognoni, l'onorevole Rubbi, l'onorevole Sarti, l'onorevole Lagorio, l'onorevole Ruffini, l'onorevole Lattanzio, l'onorevole Forlani, l'onorevole Zanone, l'onorevole Gaspari, il senatore Taviani, il senatore Gui e l'onorevole Colombo. Contrariamente a quanto risulta dai documenti illustrati in precedenza, gli onorevoli Lattanzio e Ruffini hanno dichiarato di non essere stati messi a conoscenza dell'esistenza di «Gladio».
Il senatore Gui non ha escluso di aver effettuato la visita alla base di Alghero, che gli atti di cui si è dato conto fanno risalire al 1969; ha altresì dichiarato di non ricordare nulla circa una struttura del tipo della «Gladio». Come si è visto, l'avvenuta informazione del senatore Gui è affermata dall'appunto 5 maggio 1990 ma non da documenti coevi.
Il senatore Fanfani e l'onorevole Colombo hanno confermato le risultanze documentali, secondo le quali non vennero messi al corrente dell'esistenza della « operazione Gladio » in nessuna delle loro esperienze di governo. L'onorevole Gaspari ha ugualmente ribadito di non essere stato reso edotto dell'organizzazione Stay-behind. Come già accennato, circa la mancata informazione del senatore Fanfani e dell'onorevole Gaspari, l'ammiraglio Martini ha dichiarato al Comitato, nell'audizione svoltasi il 6 dicembre 1990, che essa fu dovuta, per quanto riguarda il suo periodo di direzione del SISMI, alla brevità dell'ultimo Governo Fanfani, che non gli consentì di sottoporre alla firma delle autorità politiche l'appunto recante il briefing, da lui non reputato un adempimento particolarmente urgente. Gli altri esponenti politici, che dagli atti risultano essere stati « indottrinati » sulla «Gladio» e sono stati sentiti dal Comitato, hanno sostanzialmente confermato quanto emerge dagli atti prima descritti circa le modalità ed i contenuti dell'informazione ricevuta.
Così è stato per il Presidente del Senato, senatore Giovanni Spadolini, che ha dichiarato di essere venuto a conoscenza della «operazione Gladio» nel novembre del 1984, quando, da Ministro della difesa, firmò il briefing sottopostogli dall'ammiraglio Martini.
Nulla gli venne detto, invece, nel periodo in cui ricoprì la carica di Presidente del Consiglio (1981-'82). Il senatore Mazzola, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha dichiarato di ricordare che, nel corso della sua seconda esperienza di governo, venne a conoscenza, in occasione di un briefing a carattere generale, dell'esistenza di una struttura segreta scaturita da accordi in ambito NATO e finalizzata all'organizzazione della guerriglia in caso di invasione del territorio nazionale da parte di truppe nemiche. Venne anche messo al corrente di attività di addestramento svolte presso la base di Alghero.
L'onorevole Sanza, anch'egli ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha dichiarato di aver ricevuto una circoscritta informazione sulla struttura «Gladio», in relazione all'opposizione del segreto di Stato nella vicenda dell'aereo Argo 16.
L'onorevole Tanassi che, come già detto, non risulta aver ricevuto alcun briefing, ha dichiarato di ricordare di aver saputo dal Capo del Servizio pro tempore, generale Miceli, che era stato deciso di smantellare i nascondigli delle armi.
L'onorevole Sarti ha confermato di non essere stato «indottrinato».
Infine, è da ricordare che è stato sentito dal Comitato anche il senatore Beorchia, il quale ha spontaneamente offerto il suo contributo in quanto ex appartenente alla organizzazione «Gladio».
In questo quadro di acquisizioni conoscitive si inserisce anche l'incontro avuto dai componenti del Comitato con il Presidente della Repubblica. In tale occasione, il Capo dello Stato ha ricordato di essere stato Sottosegretario di Stato per la difesa per quattro anni, dal febbraio 1966 al marzo 1970. Pur non ricordando con precisione il momento in cui venne a conoscenza dell'esistenza della struttura Stay-behind, il Presidente della Repubblica ha detto di ritenere di essere stato informato poco prima di doversi occupare del problema della firma degli atti amministrativi di richiamo del personale della «Gladio».
Il Capo dello Stato reputa probabile di aver ricevuto l'informazione direttamente dal Direttore del SIFAR. Nella sua qualità di Ministro dell'interno, non ricevette ulteriori informative; ha tuttavia chiarito che «i militari che venivano da me, sapendo che io sapevo da prima, con me ne parlavano ». Situazione sostanzialmente analoga incontrò da Presidente del Consiglio quando, pur non avendo avuto alcun briefing, i militari che si occupavano di Stay behind ne parlavano con lui liberamente. Nella sua qualità di Presidente del Consiglio si preoccupò anche « di accertare che fossero a conoscenza dell'iniziativa le Autorità politiche preposte al SISMI». Il Presidente della Repubblica si è detto certo che tanto il ministro Lagorio quanto il ministro Ruffini vennero messi a conoscenza della pianificazione e della struttura di supporto.
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