Gillet Albert, arrestato il 3 maggio 1980 all'aeroporto Fiumicino di Roma perché trovato in possesso di otto chilogrammi di eroina, aveva con sé tanti appunti e numeri telefonici e, dopo iniziale reticenza ha reso importantissime dichiarazioni sul traffico di stupefacenti, ampiamente riscontrate dalle dichiarazioni di Charlier Paul Eric e di Barbé Edgar
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980
Sembra chiaro, già fin d'ora, che la "famiglia" dei Gambino a New York è abituale importatrice di eroina dal Palermitano e che Tommaso Inzerillo di Pietro è intimamente collegato con i Gambino e ne cura gli interessi a Palermo, acquistando la merce per gli stessi.
L'esame della documentazione bancaria concernente il c/c di Tommaso Inzerillo, intrattenuto con la Succursale n. 8 di Palermo della Sicilcassa (...) conferma tale convincimento. I collegamenti, infatti, di Tommaso Inzerillo col gruppo che fa capo al cugino Salvatore Inzerillo di Giuseppe (n. 15) sono imponenti. A parte che un versamento di lire 3.600.000 nel c/c di Tommaso Inzerillo risulta effettuato (23/1/1980) da Salvatore Inzerillo di Francesco (N. 89) (il quale, come si vedrà in seguito, è un prestanome di Salvatore Inzerillo di Giuseppe), risulta che Tommaso Inzerillo ha emesso, il 14/1/1980, un assegno di lire 3.000.000 e, il 22/1/1980, uno di lire 1.500.000 a favore di Buscemi Francesco, che è socio di Salvatore Inzerillo di Giuseppe nella Recredit Sin.c.; il 22/1/1980 un assegno di lire 1.000.000 a favore di Spatola Giovanni (n. 35) ed il 25/1/1980 un assegno di lire 1.000.000 a favore di Inzerillo Salvatore di Francesco (n. 89).
Teli conclusioni hanno trovato decisiva conferma nelle dichiarazioni rese da Gillet Albert, imputato di traffico di stupefacenti nel procedimento penale contro Francesco Mafara ed altri (n.91/80 Sez. 6^).
Il predetto, arrestato il 3 maggio 1980 all'aeroporto Fiumicino di Roma perché trovato in possesso di otto chilogrammi di eroina, aveva con sé tanti appunti e numeri telefonici e, dopo iniziale reticenza ha reso importantissime dichiarazioni sul traffico di stupefacenti, ampiamente riscontrate dalle dichiarazioni di Charlier Paul Eric e di Barbé Edgar.
Il Gillet, in particolare, ha ammesso di avere fatto numerosissimi viaggi da New York a Palermo per portarvi il danaro proveniente dal traffico di stupefacenti e, anche se ha affermato di non avere mai trasportato eroina se non quella volta in cui è stato arrestato (egli la stava riportando indietro ai Palermitani perché riconosciuta di qualità scadente dagli acquirenti di New York), è stato più volte accusato dallo Charlier di essere corriere, oltre che del danaro, anche di eroina fra Palermo e New York.
Tali dichiarazioni, da cui emerge in tutta la sua gravità ed ampiezza il coinvolgimento delle "famiglie" mafiose palermitane nel traffico di stupefacenti, sono certamente attendibili anche perché rese prima della scoperta, a Palermo, di tre laboratori per la produzione dell'eroina e quando, ancora, non era ben nota l'articolazione del traffico.
Il Gillet ha indicato in Francesco Mafara una sorta di "marketing manager", addetto alla vendita dell'eroina prodotta dai laboratori gestiti dalle organizzazioni mafiose palermitane e, interrogato liberamente in questo procedimento ai sensi dell'art. 348 bis codice procedura penale, ha affermato (...): che aveva appreso da Riccardo Cozzolino che l'eroina sequestrate ai fratelli Adamita proveniva da Francesco Mafara; che aveva conosciuto a Palermo diversi uomini, in compagnia di Francesco Mafara, e che tali soggetti erano persone di fiducia degli acquirenti americani dell'eroina, preposti alle operazioni di consegna della droga e di pagamento della stessa.
Orbene, fra le fotografie esibite dall'Ufficio al Gillet, quest'ultimo ha riconosciuto Filippo Ragusa e Giorgio Muratore come due delle persone che aveva visto con Mafara.
Resta, quindi, ancora una volta, confermato che il Ragusa, il Ricupa ed Inzerillo Tommaso di Pietro si erano recati a Milano nell'interesse del Gambino per consegnare l'eroina agli Adamita e per sorvegliarne la spedizione della stessa in U.S.A.
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