Dopo la stagione stragista delle mafie e la rivolta sociale e civile che ne seguì, dopo i colpi decisivi inferti per la prima volta dallo Stato, queste sono tornate come era loro tradizione ad inabissarsi, a continuare i loro traffici lontano dai riflettori, a far credere di essere meno cruente e quindi meno pericolose. Con linguaggi e protagonisti diversi, dai documentari ai podcast, dai film alle mostre, dalla musica alle istallazioni artistiche, dai libri all’informazione, continueremo a raccontarne non solo la storia ma anche l’attualità
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa una settimana questa nuova serie sarà dedicata al Festival di Trame 2025
Il prossimo 17 giugno, a Lamezia Terme, prenderà il via la quattordicesima edizione di Trame, Festival dei libri sulle mafie. Per sei giorni, dal martedì alla domenica (22 giugno) centinaia di ospiti e decine di incontri quotidiani animeranno ancora una volta il centro storico della città calabrese su un tema scomodo e decisivo, non solo per il mezzogiorno, ma per l’intero Paese.
Ci saranno dei numeri dai quali partire per raccontarne al meglio il programma e il filo conduttore. Cominciamo dal più lontano: 130 anni fa nasceva a San Luca, piccolo paese dell’Aspromonte divenuto suo malgrado sinonimo di Ndrangheta, uno dei più grandi intellettuali e scrittori calabresi, Corrado Alvaro. Lo ricorderemo con una delle sue citazioni più celebri “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”. Questa citazione ci riporta al secondo numero preso a riferimento di questa edizione del Festival, i 50 anni che ci separano dall’uccisione da parte della Ndrangheta del primo magistrato calabrese, il lametino Francesco Ferlaino, colpito sotto la sua abitazione il 3 luglio del 1975 in pieno centro cittadino.
Quel delitto, come molti altri che si sono poi succeduti a Lamezia e in Calabria, non ha mai conosciuto una sua verità giudiziaria, non furono mai individuati gli esecutori materiali né i mandanti. La stessa sorte è toccata a Giuseppe Bertolami, l’imprenditore agricolo sequestrato nel 1983 e mai più ritrovato, ai due netturbini Cristiano e Tramonte uccisi in un agguato mafioso, ai coniugi Aversa e tanti altri, fino all’ultima assoluzione registratasi pochi mesi fa nel processo per l’omicidio Ciriaco, lasciando nel tempo i familiari e la comunità ancora una volta senza verità e giustizia. Il terzo numero a fare da riferimento nelle giornate del festival è 40. Tanti sono gli anni che ci separano dall’uccisione del giovane cronista napoletano Giancarlo Siani.
A lui è dedicata la biblioteca che la Fondazione Trame ha allestito fin dai suoi primi anni di attività all’interno del Civico Trame, parte integrante del Sistema Bibliotecario Lametino, che raccoglie tutti i volumi presentati nel corso degli anni al festival, quelli di Trame a scuola con i percorsi di lettura in tutti gli istituti lametini che hanno coinvolto nel tempo migliaia di ragazze e ragazzi e in tante altre occasioni. A lui, alle difficoltà sempre più grandi che i giovani incontrano in una professione sempre più precaria, malpagata, e difficile è dedicato il titolo del Festival “Liberi Liberi” dalla canzone di Vasco Rossi utilizzata nella colonna sonora del film che ne racconta la storia. Una mostra che raccoglie in grandi tavole il fumetto a lui dedicato, edito da Round Robin, sarà inaugurata in occasione del festival presso il Museo Archeologico lametino e rimarrà allestita e visitabile fino alla fine di settembre.
Anche la seconda delle mostre allestite presso il complesso del San Domenico interrogherà lo stesso tema. Si tratta dell’allestimento originale, perché contenente anche quattro sue foto inedite scattate in Calabria relative alla Ndrangheta e ai migranti, de “Il valore della Testimonianza” con le foto di Andy Rocchelli, giovane fotoreporter ucciso nel Donbass nel 2014. E i giovani saranno tra i principali protagonisti del Festival, non solo con i volontari che da sempre lo animano e lo colorano, ma attraverso le testimonianze delle loro associazioni studentesche e universitarie.
L’ultimo dei numeri che ci aiutano a leggere questa nuova edizione di Trame è 20.
Sono gli anni che nel 2025 l’Associazione Lametina Antiracket (ALA) ha compiuto e che saranno raccontati in una apposita striscia quotidiana nel corso dei sei giorni del festival. Ne ascolteremo le testimonianze, le storie, ne conosceremo i protagonisti. Anche quest’anno ritornerà in maniera ancora più diffusa Trame in Città, con mostre ed eventi in tanti luoghi distanti dal sito tradizionale del festival, come l’aeroporto internazionale e la stazione di Lamezia Centrale e tanti altri che avrete modo di scoprire leggendo il programma sul sito www.tramefestival.it. E proprio il sito sarà una delle novità più grandi presentate in questa edizione.
Una nuova veste grafica più chiara e funzionale, un grande portale di accesso a tutte le passate edizioni del festival, oltre a quella in corso, ai libri e agli ospiti, ai video e agli incontri tenutisi, nonché le informazioni sulle attività della Fondazione Trame condotte nel corso dell’anno, e degli anni precedenti. Infine, in un’area riservata ad accesso registrato, un archivio storico a disposizioni di studenti, giornalisti, ricercatori e quanti altri fossero interessati con sentenze, documenti e articoli sulle mafie lametine, calabresi e non solo. Uno strumento di lavoro ed approfondimento destinato a crescere con l’acquisizione di nuovo materiale nel corso degli anni.
Dopo la stagione stragista delle mafie e la rivolta sociale e civile che ne seguì, dopo i colpi decisivi inferti per la prima volta dallo Stato, queste sono tornate come era loro tradizione ad inabissarsi, a continuare i loro traffici lontano dai riflettori, a far credere di essere meno cruente e quindi meno pericolose. Con linguaggi e protagonisti diversi, dai documentari ai podcast, dai film alle mostre, dalla musica alle istallazioni artistiche, dai libri all’informazione, continueremo a raccontarne non solo la storia ma anche l’attualità ed i cambiamenti mentre i cittadini incontreranno scrittori, giornalisti, magistrati, investigatori, studiosi, familiari delle vittime e i diretti protagonisti di un impegno istituzionale, civile e sociale che va sempre più sostenuto e alimentato.
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