- La pandemia ha mostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che la protezione sociale è distribuita in maniera disuguale. Per la prima volta è stata introdotta una forma di tutela per il lavoro autonomo.
- L’Iscro, tuttavia, è destinata a un gruppo molto limitato di autonomi, i professionisti che non appartengono ad ordini professionali, ed è concepita solo per proteggere da un calo del reddito.
- Contemporaneamente c’è una intollerabile iniquità sul piano fiscale: gli autonomi che hanno ricavi fino ai 65mila euro pagano solo il 15 per cento, il 5 nei primi anni, mentre sui dipendenti con un reddito superiore a 28 mila euro grava una aliquota del 38 per cento.
Se ve ne fosse stato bisogno la pandemia ha chiarito che la protezione sociale è un bene che si distribuisce in modo molto diseguale tra i lavoratori. In particolare, ragionando sui grandi aggregati, tra i dipendenti e gli autonomi. I primi – sebbene in modo, di nuovo, diseguale – sono tutelati da Cassa integrazione e sussidi di disoccupazione. I secondi non possono contare, di fronte ai rischi e alle difficoltà, su nulla di simile; la conferma viene dall’affanno con cui, nella pandemia, si è c



