A partire da oggi fare il pieno a una macchina diesel costerà di più, meno quello a benzina. È l’effetto sui prezzi del carburante del “riallineamento” delle accise voluto dal governo Meloni.

L’accisa sul gasolio aumenta di 1,5 centesimi di euro al litro e l’accisa applicata alla benzina diminuisce di 1,5 centesimi per litro.

Le imposte fisse che incidono sul prezzo del carburante vengono così rideterminate, passando per il gasolio usato come carburante da 61,74 a 63,24 euro al litro, e per la benzina da 72,80 a 71,34 euro al litro.

Il semaforo verde alle nuove misure è arrivato nella notte tra il 14 e il 15 maggio con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale, previsto dalla riforma fiscale, firmato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e da quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in coordinamento con i ministri dei Trasporti e Infrastrutture Matteo Salvini e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Il provvedimento prevede l’allineamento progressivo, nel giro di un quinquennio a partire dal 2025, dei due distinti livelli di tassazione attraverso un incremento delle accise sul diesel compreso tra 1 e 1,5 centesimi di euro all’anno e una identica riduzione per le accise applicate alla benzina. L’aumento non riguarderà il settore dell’autotrasporto. L’incasso che deriva dalle accise sarà destinato all’incremento del Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale e in particolare al rinnovo dei contratti dei lavoratori del settore.

Tasse rideterminate

A pagare le spese dell’incoerenza di Giorgia Meloni saranno quindi le tasche dei contribuenti che hanno un’auto diesel e degli elettori che hanno creduto ai proclami della premier, quando era all’opposizione, di progressiva abolizione delle imposte sul prezzo dei carburanti. Le tasse su benzina e diesel non vengono abolite ma rideterminate, il che non è proprio la stessa cosa.

Secondo il Codacons il riallineamento delle accise costerà in totale 364 milioni di euro annui agli automobilisti che hanno un’automobile alimentata a gasolio, con la spesa per il pieno che sale di 0,915 euro a vettura. Mentre un’identica riduzione da 1,5 centesimi sulla benzina determinerà un risparmio da 374,5 milioni di euro annui per gli automobilisti con macchine alimentate a verde.

Secondo Assoutenti, «oggi le tasse (Iva e accise) pesano per il 61,1 per cento sulla benzina e per il 57,2 per cento sul gasolio. Solo nel 2023, ultimo dato ufficiale disponibile, della spesa totale di 70,9 miliardi euro per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise. Una tassazione che porta i listini alla pompa di benzina e gasolio in Italia a essere tra i più alti in Europa».

Con il presidente dell’associazione Gabriele Melluso che ha precisato: «Al di là del riordino delle accise chiesto dall’Ue, riteniamo urgente aprire una riflessione a livello comunitario affinché si arrivi a un sistema unico di tassazione sui carburanti, identico in tutta Europa, anche per evitare che l’Italia perda competitività rispetto a paesi dove i carburanti costano sensibilmente meno e impattano meno su famiglie, industrie e imprese».

Promesse tradite

Secondo Staffetta Quotidiana benché i prezzi dei carburanti non hanno ancora incorporato l'effetto delle variazioni delle accise, si evidenziano nuovi rialzi dei prezzi sia di benzina che di gasolio. Con la verde che dopo appena otto giorni torna a superare al self la soglia di 1,7 euro per litro.

Le medie dei prezzi praticati su circa 18mila impianti, indicano infatti la benzina self service a 1,702 euro al litro (+5 millesimi, compagnie 1,709, pompe bianche 1,688), mentre il diesel, sempre al self service, è a 1,586 euro al litro (+3, compagnie 1,593, pompe bianche 1,573). Sono i dati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy rilevati alle 8 del 14 maggio. La benzina al servito è in media a 1,845 euro al litro e il diesel a 1,729 euro. Il Gpl al servito a è 0,722 euro al litro e il metano a 1,454 euro al kg.

In conclusione, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia: le imposte sui carburanti continueranno a pesare e non poco sui bilanci dei cittadini.

Un passo indietro o forse proprio un disconoscimento, felpato, senza video, ma in ogni caso un venire meno della premier Meloni a impegni presi con gli italiani negli anni passati. Promesse osannate in ogni salsa. Una per tutti il video del 2019 con l’attuale presidente del Consiglio che davanti a una pompa di benzina urla allo scandalo contro le tasse che compromettono l’economia italiana e pretende che le accise vengano progressivamente abolite. 

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