Obiettivo risparmio gas e prezzi più bassi, così l’Unione europea ha deciso di agire riducendo i consumi di elettricità per 3-4 ore, andando a intervenire nelle fasce orarie in cui costa di più, proprio quando la generazione a metano viene più utilizzata facendo crescere i costi dell’elettricità. Lo strumento utilizzato, a quanto prevede il nuovo regolamento europeo in corso di formalizzazione, sarà relativamente semplice: i contatori scatteranno quando verrà impiegata troppa energia, fermando concretamente i consumi.

Gli smart meter

Nelle ore di picco i distributori avranno il compito di intervenire sulla potenza disponibile per ridurre l’utilizzo contemporaneo degli elettrodomestici, lavastoviglie e stufe elettriche, forno e phon.

Il distributore che ha il contatore e diretta gestione degli “smart meter”, i contatori digitali di nuova generazione, può stabilire di far scendere la potenza da 3,3 KW  ad esempio a 2,5 KW. Quando l’utente chiede energia di troppo, si stacca il contatore bloccando i processi in atto.

Per l’Italia dunque si tratterebbe di intervenire nelle fasce 8-12, l’orario classico delle pulizie, o le 18-22, il rientro a casa delle famiglie che si accompagna al calo della generazione fotovoltaica con l’aumento della dipendenza dal metano.

I contatori smart per l’elettricità in Italia sono oggi i più diffusi e se ne occupano le compagnie attive nel settore, e-distribuzione (gruppo Enel, ha circa 80 per cento dei contatori italiani), poi Areti (Acea), Unareti (A2A), Ireti (Iren), Inreti (Hera) e altre più piccole. La Commissione europea si raccomanda di intervenire nel caso mancassero.

Il carbone

La questione generazione è complementare a tutto questo. Il fatto che vengano individuate le fasce in cui i prezzi all’ingrosso salgono, nel momento in cui il prezzo lo detta il metano e il costo sale proprio quando vengono meno altre fonti rinnovabili, renderebbe pressoché automatico un calo dei consumi di gas.

A margine si inserisce il piano di massimizzazione dell’uso del carbone previsto dall’Italia, che non verrà intaccato dalle nuove misure di risparmio. Terna, che deve fare sì che il sistema rimanga in equilibrio, si è già attrezzata per coordinare le centrali, adesso manca la delibera dell’Autorità dell’energia che dia priorità di dispacciamento all’energia prodotta dalle sei centrali a carbone attive in Italia.

L’incremento della produttività di queste fonti inquinanti tuttavia è già realtà. Nei giorni in cui il prezzo del gas ha toccato i 300 euro MWh il carbone è già stato più conveniente. Ad agosto nel mix a quanto riferisce una fonte tecnica a Domani il carbone è pesato per il 7 per cento della generazione, in crescita in termini assoluti.

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