L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti delle società del gruppo Enel attive nel settore della mobilità elettrica: l’ipotesi è l’abuso di posizione dominante da parte della partecipata di stato.

L’attenzione è per i soggetti che operano come CPO Charging Point Operator, quindi che si occupano delle colonnine di ricarica: Enel X Way Italia, ed Ewiva, joint venture con il gruppo Volkswagen dedicata allo sviluppo delle infrastrutture a più alta potenza nata a dicembre scorso. L’autorità guidata da Roberto Rustichelli sta valutando se, attraverso prezzi troppo bassi al dettaglio rispetto a quelli che pratica negli accordi con altri gestori, stia compromettendo la marginalità degli altri tenendoli fuori dal mercato.

Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi di Enel X Way S.r.l., Enel X Way Italia S.r.l., Ewiva S.r.l. e di alcune società non parti del procedimento con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. La società con una nota fa sapere che ha fiducia che riuscirà a dimostrare la propria innocenza.

I prezzi

La segnalazione è arrivata dalla società Route220, che offre servizi di ricarica senza detenere proprie colonnine (o un numero ridotto) e si è trovata ad avere il suo fornitore pronto a praticare prezzi più bassi sulle colonnine che gestiva in proprio.
In particolare, si legge, a Enel X Way, Enel X Way Italia ed Ewiva viene contestato un possibile abuso di posizione dominante consistente in una compressione dei margini degli altri operatori attivi.

I prezzi “all’ingrosso” dell’energia elettrica per le colonnine, ravvisa l’autorità, risulterebbero effettivamente insufficienti a consentire una redditività minima per gli altri, se comparati con i prezzi al dettaglio praticati ai clienti finali dalla società del gruppo attraverso la propria app “Enel X Way”.

Un problema nei prezzi al consumo praticati al dettaglio ancora più evidente nei cosiddetti “pacchetti” o “offerte flat”, che consentono di prelevare un certo numero di kWh mensili a una cifra complessiva predeterminata.
Questa condotta limiterebbe l’eventuale ingresso di altri operatori che potrebbero essere interessati a questo mercato in via di sviluppo, anche per la possibile offerta di nuovi servizi a sostegno della mobilità elettrica di carattere innovativo.

La risposta Enel

Al riguardo, le società precisano di avere sostenuto lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia «garantendo costi sostenibili per gli operatori e prezzi competitivi nell’interesse dei clienti finali compatibilmente con un difficile contesto di mercato determinato da una forte volatilità dei prezzi dell’energia nel corso del 2022». Per Enel questa dinamica ha condizionato infatti le politiche di prezzo di tutti gli operatori «e sostanzialmente eroso i margini di tutti i soggetti operanti sul mercato, ivi compreso Enel X Way, e non solo di quelli che hanno segnalato un presunto abuso di posizione all’Autorità».

Enel ha fiducia nel fatto che dimostreranno la piena legittimità e correttezza del proprio operato nel corso del confronto istruttorio con gli uffici dell’Autorità.

Gli allacci

L’Antitrust delinea non solo una questione di prezzi di vendita, ma anche di installazione. Per l’autorità infatti sembra potersi configurare una posizione dominante non solo nella gestione di colonnine per la ricarica elettrica sul territorio nazionale, ma anche nell’installazione.

Nel dettaglio del provvedimento si fa specifico riferimento alla forza economica e di brand che ha Enel in tutta la filiera elettrica, considerata la natura di incumbent storico ex monopolista del settore.

Ad esempio, in particolare, quale soggetto distributore su circa l’85 per cento del territorio nazionale, le società del Gruppo Enel potrebbero avere una posizione di vantaggio competitivo in relazione all’ottenimento degli allacci alla rete elettrica necessari e preliminari all’installazione di infrastrutture di ricarica sul territorio, così come un possibile vantaggio competitivo derivante da rapporti consolidati con gli Enti Locali, spendibile nell’ambito dei procedimenti prodromici all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni all’installazione di infrastrutture di ricarica su suolo pubblico, di cui non godono gli operatori di minori dimensioni. Tali elementi «costituiscono possibili barriere all’entrata nel mercato dei altri per lo sviluppo di reti di ricarica alternative».

Se si guarda alla tabella dei primi 15 operatori del settore, emerge che la stragrande maggioranza degli operatori di colonnine sono le partecipate.

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