I ministri delle Finanze e i governatori delle Banche centrali dei paesi del G20 hanno raggiunto l’accordo sulla tassazione internazionale delle multinazionali, che prevede un’aliquota minima al 15 per cento e un meccanismo di ripartizione degli utili tra gli stati. I paesi firmatari avranno due anni per stabilire nuove regole di contrasto all’elusione fiscale. L’accordo non è stato accolto solo con favore: c’è stata anche una serie di manifestazioni contro il summit e hanno avuto luogo alcuni scontri isolati.

«Orgoglioso di partecipare a una giornata storica. Accordo per una riforma della tassazione globale», ha scritto su Twitter il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. La due giorni di riunioni all’Arsenale di Venezia, a presidenza italiana, ha recepito l’intesa raggiunta il 1 luglio in sede Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

«Molti colleghi hanno definito “storico” quest’accordo, soprattutto perché prevede un'architettura più equa della tassazione internazionale basata su 2 pilastri fondamentali: riallocazione dei profitti delle multinazionali e global minimum tax», ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco durante la conferenza stampa. Alcuni dettagli tecnici dovranno essere definiti entro ottobre, in occasione di un’altra riunione, e il ministro dell’Economia evidenzia la difficoltà di far lavorare assieme sistemi fiscali complessi e molto diversi.

La segretaria di stato al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha invece commentato: «Gli incontri del G20 sono stati una conferma: il mondo è pronto a far finire la corsa al ribasso della tassazione delle grandi imprese, e c'è un grande consenso su come farlo, con una minimum tax globale almeno del 15 per cento. Su questo, 131 nazioni, rappresentanti per più del 90 per cento dell'economia globale, sono d'accordo. Il mondo ora deve muoversi velocemente per concludere l'accordo».

Francia, Stati Uniti e Germania però non ritengono sufficiente la percentuale di aliquota minima accordata. Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese non la ritiene sufficiente. «Dobbiamo dare di più e la Francia punta a fare di più. Con Stati Uniti e Germania siamo allineati su questo punto, avere il livello più ambizioso possibile», ha affermato.

La manifestazione

È stata organizzata una manifestazione pacifica contro il G20 nell’area delle Zattere, a cui hanno aderito molti movimenti attivi nella città: dal movimento “No grandi navi” a “Venice for future”, Cobas, ambientalisti, centri sociali. In totale un migliaio di persone, a cui la prefettura aveva consentito una manifestazione statica, blindando la zona vicino all’Arsenale.

«Recovery fund, sfruttamento e devastazione», «la finanza strappa valore alle nostre vite», «G20 = financial crime», si legge sui cartelli del corteo, che si è fermato davanti alle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.

Ci sono però stati scontri tra la polizia e alcuni manifestanti, durati una decina di minuti. Al tentativo di passare oltre la fila dei poliziotti, con lanci di bottiglie e oggetti, le forze dell’ordine hanno risposto con due cariche e manganellate.

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