Venerdì scorso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ordinato a ogni sezione del governo federale, non solo ai responsabili dell’antitrust, di focalizzarsi sulla creazione di una concorrenza leale, utilizzando qualsiasi autorità a loro disposizione per affrontare le grandi aziende nei mercati concentrati. L’ordine esecutivo che ha firmato tocca ogni settore, dalle ferrovie, alle spedizioni, ai prodotti farmaceutici e all’agricoltura.

Nel 1938 Franklin Delano Roosevelt tenne un discorso al Congresso sulla limitazione dei monopoli. Con la minaccia incombente del potere in crescita della Germania nazista, Roosevelt metteva in guardia gli Americani della relazione tra concentrazione economica e autoritarismo. «La libertà di una democrazia non è sicura se le persone tollerano la crescita del potere privato fino al punto in cui diventa più forte del loro stesso stato democratico», disse.

Roosevelt invitò l’intero governo ad affrontare il problema del monopolio, incoraggiando un’azione più incisiva su tutto, dall’antitrust alla regolamentazione bancaria, all’uso improprio dei brevetti.

Ha funzionato: negli anni successivi il Dipartimento di Giustizia ha presentato più casi antitrust di quanti ne fossero stati presentati dal 1890 a quel momento. Il Congresso ha approvato leggi che regolavano i fondi di investimento, gli enti di vigilanza hanno represso i grandi istituti bancari, l’esercito e la marina hanno tenuto competitivi gli appaltatori e hanno impedito la speculazione nel periodo precedente alla guerra, e i politici hanno messo fine all’uso improprio dei brevetti che consentivano ai monopolisti di dettare il lancio della tecnologia.

President Franklin D. Roosevelt delivers his State of the Union address to a session of the Senate in the House Chamber, Jan. 3, 1934. Behind him, from left: Vice President John Nance Garner and Speaker of the House Henry Thomas Rainey. (AP Photo/George R. Skadding)

Con la decisione su Alcoa del 1945 i tribunali hanno messo finalmente al bando i monopoli e, negli anni Cinquanta, i potenti leader aziendali hanno trattato i rivali, i fornitori e i lavoratori in modo ragionevole, temendo l’applicazione dell’antitrust, preparando il terreno per l’ascesa della Silicon Valley e del secolo elettronico.

Venerdì scorso Joe Biden è tornato a quel momento e ha pronunciato il discorso più significativo sui monopoli che un presidente americano abbia mai tenuto da allora. «Il capitalismo senza concorrenza non è capitalismo, è sfruttamento». 

Il discorso ha ripercorso in parallelo il discorso di FDR, dando risalto all’importanza delle piccole imprese, dei lavoratori e dei consumatori. Biden ha persino fatto riferimento alla richiesta di FDR di una carta dei diritti economica, citando l’obiettivo di Roosevelt di garantire «il diritto di ogni imprenditore, grande e piccolo, di commerciare in un’atmosfera di libertà dalla concorrenza sleale e dal dominio dei monopoli in patria o all’estero».

Molto più importante però è stata la critica esplicita di Biden alla scuola di Chicago. «Quarant’anni fa abbiamo scelto la strada sbagliata”, ha detto Biden. “Seguendo la filosofia sbagliata di persone come il giurista Robert Bork, ci siamo tirati indietro dall’applicare le leggi per promuovere la concorrenza. È quarant’anni che viviamo nell’esperimento di lasciare che società gigantesche accumulino sempre più potere».

Il presidente degli Stati Uniti di solito non entra in dibattiti legali esoterici che coinvolgono gli avvocati della concorrenza. Ma la politica che introduce con questo discorso lo ha richiesto.

Rottamare Reagan

Il discorso di Biden è un’inversione di tendenza ideologica importantissima in politica, tanto quanto l’affermazione di Ronald Reagan secondo cui «il governo non è la soluzione al nostro problema, il governo è il problema». Biden ha esplicitamente criticato gli scarsi controlli sul potere aziendale come causa della stagnazione americana. «Cosa ne abbiamo ricavato?», ha chiesto Biden. «Minore crescita, investimenti indeboliti, meno piccole imprese. Troppi americani che si sono sentiti abbandonati, troppe persone che sono più povere dei nostri genitori. Credo che l’esperimento sia fallito».

Subito dopo il discorso, Biden ha firmato l’ordine esecutivo e ha passato la penna che stava usando alla nuova presidente della FTC, una delle agenzie con competenze antitrust, Lina Khan, in piedi dietro di lui. Il messaggio, in altre parole, era chiaro. Quest’ordine è un mandato per le agenzie di tutto il governo di seguire Khan sulla concorrenza.

Pochi minuti dopo la conclusione dell’evento, è trapelata la notizia che la FTC di Khan ha appena aperto una lunga indagine sull’acquisizione da parte di Amazon degli studi MGM, trasferendo lo staff dell’antitrust da altre parti della commissione all’indagine su una delle più grandi e potenti aziende del mondo.

Cosa farà la Casa Bianca

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L’ordine esecutivo si compone di tre parti di base. La prima è una dichiarazione politica, l’affermazione che il governo degli Stati Uniti è impegnato nella lotta contro la concentrazione aziendale. Il secondo è che la Casa Bianca si scaglierà contro i responsabili delle politiche governative, istituendo un consiglio formale con i capi della maggior parte delle agenzie di gabinetto e degli enti di sorveglianza per incontrarsi sulla concorrenza. E il terzo è un elenco di 72 punti specifici, oltre alle relazioni, che le agenzie hanno l’ordine o l’invito di applicare in base alla loro autorità legale esistente.

Il primo elemento menzionato da Biden nel suo discorso, ad esempio, è che la Food and Drug Administration, l’autorità che regola i farmaci, renda possibile l’acquisto di apparecchi acustici da banco, un mercato oggi in regime di monopolio. Gli apparecchi acustici costano migliaia di dollari al pezzo soltanto perché esiste un cartello legittimato dal governo che impedisce alle aziende di vendere gli apparecchi acustici senza prescrizione medica.

Nel 2017 il Congresso ha approvato un disegno di legge di Elizabeth Warren che impone alla FDA di risolvere questa situazione. Ma i burocrati della FDA semplicemente... si sono rifiutati. Ora Biden ordina loro di agire. Questa azione potrebbe aiutare fino a 40 milioni di persone affette da ipoacusia.

Biden ha poi parlato dei patti di non concorrenza, di cui ho scritto lo scorso gennaio. L’ordine è rivolto alla Federal Trade Commission perchè «riduca l’uso sleale degli accordi di non concorrenza e di altre clausole o accordi che potrebbero limitare ingiustamente la mobilità dei lavoratori».

Tra i 30-60 milioni di americani hanno firmato contratti con i loro datori di lavoro che impediscono loro di lavorare per la concorrenza.

Ci sono motivi ragionevoli per prevenire il furto di segreti commerciali o delle relazioni con i clienti, ma queste clausole di non concorrenza sono principalmente pensate per trattenere gli stipendi e impedire ai potenziali datori di lavoro rivali di assumere. 

Biden ha incluso anche una misura che impone al Dipartimento dell’agricoltura di affrontare il consolidamento nella filiera del confezionamento della carne.

Ci sono poi disposizioni per affrontare il consolidamento e i l’eccesso di concentrazione nelle ferrovie e nel trasporto marittimo e  misure sulla tutela dei consumatori per le compagnie aeree, di cui ho accennato lo scorso giugno.

L’elenco è troppo lungo, quindi citerò solo alcuni altri elementi. L’ordine include uno studio sull’app store del Dipartimento del Commercio, indicazioni per creare regole su dati e sorveglianza, un mandato per importare prodotti farmaceutici dal Canada, trasparenza sui prezzi ospedalieri, un giro di vite sugli imbrogli nel settore medico, restrizioni sugli appaltatori della difesa, studi sulla concentrazione nei sistemi alimentari e il suo impatto sui piccoli negozi di alimentari, uno sguardo al consolidamento nella produzione di birra e liquori, nonché il rollup di sementi e prodotti chimici.

Il ruolo della FTC

Lina Khan, nominee for Commissioner of the Federal Trade Commission (FTC), speaks during a Senate Committee on Commerce, Science, and Transportation confirmation hearing, Wednesday, April 21, 2021 on Capitol Hill in Washington. (Graeme Jennings/Pool via AP)

Biden ha istituito la Federal Trade Commission come punto di riferimento della politica sulla concorrenza in tutto il governo. Molti dei punti dell’ordine implicano l’autorità della Federal Trade Commission e altri richiedono che le agenzie si consultino con la FTC per fare ricerche o stabilire delle norme. Questo ordine, in molti modi, realizza lo scopo originale della commissione, che è stata creata nel 1914.

La FTC è spesso vista come la responsabile delle leggi sulla protezione dei consumatori e dell’antitrust, ma il suo mandato in realtà va ben oltre. Gli ideatori della FTC, tra cui c’era Louis Brandeis, hanno cercato di costruire un organo di ricerca e regolamentazione per aiutare il Congresso e il governo a organizzare una concorrenza leale nell’economia, sia con standard utili negli affari sia offrendosi come aiuto per agenzie, stati e tribunali perché possano comprendere le complesse questioni commerciali e di concorrenza.

Quest’ordine riporta la FTC alla visione originale di Brandeis, punto di riferimento nel tentativo del governo di promuovere la libertà nel mercato.

Le reazioni

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Ho passato giorni a chiamare e a seguire le reazioni a questo ordine esecutivo. La cosa interessante è che la risposta, positiva o negativa che fosse, non è stata di parte. Molti democratici si sono espressi a favore dell’ordine, cosa che ci si aspettava poiché Biden è un democratico. Elizabeth Warren, che ha portato in molti modi il problema del potere monopolistico nella politica nel 2016, era esultante. I progressisti Ro Khanna, Mondaire Jones, e Chuy Garcia si sono detti fortemente favorevoli, e così anche la senatrice Amy Klobuchar, presidente della sottocommissione antitrust al Senato.

Ancora più interessante è la quantità di elogi da parte dei gruppi rurali tradizionalmente di destra. L’American Farm Bureau, che generalmente è di tendenza repubblicana, ha elogiato provvisoriamente Biden per il mandato al diritto di riparazione, che consente agli agricoltori di riparare le proprie attrezzature, nonché per il suo tentativo di fare qualcosa per il consolidamento nella filiera alimentare. L’associazione degli allevatori degli Stati Uniti, un altro gruppo di destra, si è espressa in favore, attaccando i quattro grandi confezionatori di carne e definendo l’ordine di Biden un “passo importante”.

La Montana Farmers Union ha appoggiato l’ordine, così come la National Corn Growers Association e la Family Farm Action, e la National Grange, una tradizionale lobby agricola che esiste dal diciannovesimo secolo.

Le reazioni delle grandi aziende non sono state altrettanto buone. L’Associazione delle Ferrovie Americane, che è l’associazione di categoria per il monopolio dell’industria ferroviaria, sostiene che l’ordine minacci la possibilità di sopravvivenza del nostro sistema di trasporto. Warren Buffett possiede una grossa fetta del sistema ferroviario americano, ma il suo impero abbraccia una serie di monopoli nella nostra economia. Sospetto che questo ordine esecutivo, se sarà pienamente attuato, colpirà in modo molto rilevante Berkshire Hathaway, la società di Buffett.

Come si muove Big Tech

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La risposta più interessante è stata quella di Google, Facebook e Amazon, oltre ai giganti cinesi DJI e Alibaba. Queste aziende parlano insieme attraverso l’associazione di categoria Netchoice, per la quale sono i membri chiave. Netchoice non si è preoccupata di cercare di convincere i Democratici. La associazione di categoria di Big tech ha invece usato l’ordine per fare pressioni sui Repubblicani, sostenendo che le azioni di Biden contro il monopolio stanno aprendo le porte a un governo ancora più più potente. 

Netchoice rappresenta per lo più i giganti americani, ma anche le aziende cinesi dominanti. È interessante quindi vedere i giganti della tecnologia cinese avanzare attraverso il loro proxy di lobbying contro le azioni anti-monopolio di Biden e lodando i repubblicani conservatori Jim Jordan e Mike Lee nel processo. È chiaro che sia Big tech, sia i giganti tecnologici cinesi, non vogliono che anti-monopolisti come Lina Khan vincano. Ma gli allevatori conservatori e sostenitori di Trump, al contrario, lo vogliono.

Biden contro il Deep State

La domanda principale ora, con questo ordine esecutivo, non è se sia una buona idea, ma se Joe Biden possa effettivamente attuarlo fino in fondo. Questa domanda è a più livelli. Il primo è una cosa che mette a disagio i liberali, ovvero che lo stereotipo dei burocrati al governo è spesso vero. Chi lavora al governo è profondamente ostile al cambiamento. Il deep state, in altre parole, esiste davvero.

Prendiamo ad esempio la Food and Drug Administration, che gestisce una vasta fetta del nostro sistema normativo medico e struttura i prezzi in una serie di mercati.

Il Congresso ha approvato una legge che impone alla FDA di scrivere un nuovo regolamento sugli apparecchi acustici entro il 2020. I burocrati laggiù si sono semplicemente rifiutati di considerare quella legge. Perché un’agenzia come la FDA dovrebbe scegliere di farsi beffe del Congresso? Sospetto che sia perché il personale della FDA non pensa che la concorrenza abbia a che fare con il loro lavoro e vuole che le aziende mediche guadagnino tanti soldi perché crede che quelle aziende saranno quindi in grado di investire in più ricerca.

Il rifiuto della FDA di seguire la legge non è un’anomalia. Per decenni la FTC ha scelto di non applicare il Robinson-Patman Act contro la discriminazione dei prezzi, così come il Dipartimento dei trasporti generalmente opera come agente delle compagnie aeree dominanti e gli ufficiali degli appaltatori del Dipartimento della Difesa vogliono che gli appaltatori siano felici.

Temo che la burocrazia dietro ai trasporti o al Pentagono sia simile: perché fare pressioni su American Airlines o chiunque altro sulla concorrenza, quando ne abbiamo bisogno per assicurarci che il sistema di trasporto aereo sia funzionante? Perché fare pressioni su Lockheed sul prezzo o sui dati tecnici quando è necessario che il loro sistema di armi sia consegnato urgentemente a un comandante?

Il populismo buono 

Chairman Wright Patman of the House Banking Committee, gestures with his fist as he chats with newsmen in Washington, Jan. 15, 1975. The House Democratic Steering Committee voted earlier in the day to take the chairmanship from the Texas Democrat with the final decision to be made Thursday. (AP Photo/Charles Gorry)

Nel 2016, alla vigilia dell’elezione di Trump, ho pubblicato un articolo dal titolo Come i democratici hanno ucciso le loro anime populiste. Lì ripercorrevo la vita del democratico texano rurale Wright Patman, e come aveva saldato una coalizione di imprenditori indipendenti, agricoltori e lavoratori in una coalizione populista per sfidare il capitale monopolistico dell’Est. Il crollo della politica di Patman negli anni Settanta e poi l’accelerazione di questo processo negli anni di Barack Obama, hanno creato la politica di Trump.

L’ordine esecutivo di Biden, in qualche modo, rappresenta un tentativo di rompere con questo schema. Lo stesso giorno dell’ordine il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha annunciato un programma da 500 milioni di dollari per costruire una nuova struttura per la lavorazione della carne nelle aree in cui è presente un solo soggetto. Questo è potenzialmente un grosso problema, finanziare direttamente i concorrenti contro i quattro grandi confezionatori di carne. 

 Per decenni la politica di mercato è stata vista come qualcosa per economisti ed esperti, così la politica per molte persone ha un significato culturale e niente di più. Per molti versi i Democratici non sanno nemmeno come discutere di queste cose: hanno perso le relazioni chiave in tutta l’America rurale, hanno poca consapevolezza dei banchieri, dei farmacisti, dei fruttivendoli, degli agricoltori e degli imprenditori che strutturano la politica dell’America rurale.

Inoltre,la sfiducia nei confronti dei nostri politici è così profonda e intensa che i cittadini non vedono necessariamente alcuna relazione tra la loro vita e la politica. 

Detto questo, Joe Biden sta cercando di ristrutturare la politica democratica in modo fondamentale. Biden sembra un tipo improbabile per il riallineamento sull’ala democratica. È un settantottenne che è stato vicepresidente di Obama ed è salito al potere in quello che chiama lo “stato aziendale del Delaware”. Ha scelto come vice presidente l’amica della Silicon Valley Kamala Harris ed è così lontano da quelli che si autodefiniscono radicali come chiunque altro nella politica democratica. Ma Biden, come molti nel mondo della politica, si è reso conto che qualcosa è andato molto storto in America.

E adesso ha chiarito che la sua politica amministrativa vuole rompere con quarant’anni di politiche pro-business. Non so se può farlo e se la sua azione si tradurrà in un nuovo tipo di politica. Ma dietro di lui c’era una sorridente Lina Khan, la nuova presidente della FTC detestata da Amazon, Google e Facebook.

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