L’Europa crescerà poco e l’Italia ancora meno. In estrema e brutale sintesi questo è quanto emerge dai dati resi noti dalla Commissione Ue nelle sue previsioni d’autunno. Gli analisti di Bruxelles vedono il motore della zona euro quasi fermo quest’anno con l’aumento del Pil ridotto allo 0,6 per cento, due decimali in meno di quanto stimato solo un paio di mesi fa, a settembre.

Su questo dato pesa il rallentamento di un peso massimo come Germania, che viaggia verso la recessione: meno 0,3 per cento nel 2023. L’Italia, si legge nel rapporto della Commissione, farà un poco meglio della media dell’Eurozona, fermandosi comunque allo 0,7 per cento, contro lo 0,8 che è la previsione di crescita accreditata dal governo.

Incognita Pnrr

Sul futuro pesano ancora le incognite che hanno condizionato l’economia già in questi ultimi mesi. I conflitti in Ucraina e in Palestina sul fronte internazionale, mentre a casa nostra molto dipenderà dal ritmo a cui verranno attuati le opere finanziate dal Pnrr.

Del resto, proprio lunedì scorso, Giancarlo Giorgetti aveva già messo le mani avanti dichiarando in sede di audizione parlamentare sull’ultima manovra che «l’obiettivo di crescita per l’anno in corso potrebbe essere soggetto a una – seppur contenuta – correzione al ribasso».

Stando alle stime di Bruxelles, però, è nel 2024 che l’Italia rischia di perdere contatto con il treno dell’Europa. L’anno prossimo infatti il Pil del nostro Paese dovrebbe crescere solo dello 0,9 per cento. Questa la previsione contenuta nel rapporto della Commissione. Un po’ meglio dello striminzito 0,7 per cento accreditato solo pochi giorni fa dal Fondo monetario internazionale, ma comunque tre decimali in meno dell’1,2 per cento messo neo su bianco dal governo nella legge di bilancio che tra poco approderà in Parlamento.

Va detto che il Fondo monetario era stato ancora più drastico, fissando l’asticella della crescita per il nostro Paese a un deludente 0,7 per cento anche per l’anno prossimo. Anche la Commissione, così come il governo, ritiene che nel 2024 i consumi privati e la domanda estera daranno un contributo all’accelerazione del Pil rispetto a quest’anno.

Per Roma, però, l’aspetto più preoccupante dell’analisi di Bruxelles è un altro. Con il suo 0,9 per cento, l’Italia infatti si trova nelle posizioni di coda nella graduatoria della crescita in Europa.

La Germania, reduce dalla recessione del 2023, nei prossimi 12 mesi farebbe segnare un incremento del Pil dello 0,8 per cento. La media della zona euro si attesterebbe invece all’1,3 per cento, con la Francia all’1,2 per cento e la Spagna addirittura all’1,7, quasi il doppio del risultato italiano.

Le uniche note positive in un contesto tutt’altro che incoraggiante per il nostro Paese arrivano dal fronte dell’occupazione e dell’inflazione. La Commissione infatti vede il carovita in frenata dal 6,5 per cento di quest’anno al 3,65 per cento del prossimo, mentre per l’Italia la stima passa dal 6,1 per cento del 2023 al 2,7 per cento del 2024.

Anche i numeri dei senza lavoro confermano la tendenza positiva già emersa da alcuni mesi. Secondo Bruxelles, il tasso di disoccupazione nel nostro Paese è infatti destinato a calare al 7,4 per cento nell’arco del prossimo anno, contro il 7,6 per cento del 2023.

Non è granché, ma resta uno dei pochi spiragli di luce in uno scenario che si fa sempre più preoccupante.

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