il futuro del paese

Cantieri e ponte sullo Stretto: le vane ossessioni dei governi

Da decenni tutti spiegano che l’Italia ha bisogno di più infrastrutture. Ma dopo gli annunci roboanti, i “decreti semplificazione” e gli “sblocca cantieri” non è mai successo niente. Una logica pericolosa in vista del Recovery

  • Stressati dalla pandemia, uomini di governo e leader politici di ogni ordine e grado sembrano trovare svago e relax nel rinnovare ogni giorno l’antico dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina.
  • Uno per tutti: Matteo Salvini, leader della Lega, ha detto che se costruiamo il ponte diamo lavoro a 100mila persone e assorbiamo quattro anni di produzione dell’Ilva di Taranto così risolviamo anche quel problema lì.
  • Sembra una barzelletta ma è tutto vero. La fantasia e la realtà sono ormai inestricabili quando si entra nell’universo onirico di una classe politica tutta, con poche eccezioni, convinta da decenni che la salvezza dell’economia italiana sarà assicurata dallo “sblocco dei cantieri” e dalle “semplificazioni” e “sburocratizzazioni”.

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