Nella giornata di oggi il consiglio di amministrazione ha formalmente avviato il piano di rimedi chiesto dall’authority di vigilanza. Il minimo era che presidente e vicepresidente lasciassero il comitato nomine dopo che l’autorità ha rilevato che non aveva adottato le linee guida per le nomine del consiglio, presieduto dagli stessi Bedoni e Poli.
- Oggi il consiglio di amministrazione della società assicurativa ha avviato formalmente il piano di rimedi richiesto dall’autorità di vigilanza.
- L’Ivass contesta al consiglio di amministrazione di essere «venuto meno alle proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo» e a diversi comitati tra cui quello delle nomine di non aver svolto adeguatamente il loro ruolo.
- Il presidente Bedoni e il vicepresidente vicario Poli avevano il doppio incarico ai vertici della compagnia assicurativa, ma anche nel comitato nomine a cui viene contestato di non aver adottato i principi corretti nelle nomine del consiglio. E che ora dovrà gestire le nomine in vista della trasformazione in società per azioni.
Paolo Bedoni e Aldo Poli lasciano una poltrona: quella del comitato nomine di Cattolica Assicurazioni. Questo il risultato di una giornata in cui il consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa ha formalmente avviato il piano di rimedi imposto dall’Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni, che ha imposto un riassetto profondo della governance e dei comitati dopo l’esposto presentato dall’ex ammnistratore delegato Alberto Minali, cacciato dalla compagnia nonostante i buoni risultati di mercato per i contrasti con gli attuali vertici.
Il consiglio di amministrazione si legge nel comunicato diffuso da Cattolica ha preso atto «della volontà di mettere a disposizione la partecipazione di componente del Comitato Nomine, pur essendo questa prevista statutariamente» nell’ottica della trasformazione in Spa e del ruolo che lo stesso comitato avrà nella transizione.
I rilievi dell’Ivass
Il consiglio di amministrazione di Cattolica oggi, di cui Bedoni è ancora presidente e Poli vice, ha esaminato il lungo atto d’accusa dell’authority nella riunione dell’8 gennaio, ma solo la settimana scorsa, il 14 gennaio, sempre su richiesta dell’autorità ha informato il mercato in maniera più dettagliata sui rilievi che contestano al consiglio la mancanza della cautela e della prudenza e al presidente il non aver garantito un buon funzionamento del consiglio di amministrazione che a causa di «opacità» non ha permesso ai consiglieri di prendere le decisioni in maniera informata.
«Il Consiglio di amministrazione è sostanzialmente venuto meno alle proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo – assumendo rilevanti decisioni senza il necessario vaglio critico – e spesso avallando passivamente processi decisionali non rispettosi del dovere di agire informati da parte dei consiglieri», si legge nel comunicato diffuso il 14 gennaio.
Nella stessa informativa si facevano rilievi pesanti anche sui comitati, a partire da quello di gestione fino al comitato rischi. A proposito del comitato nomine, si spiegava che non aveva adottato «le necessarie linee guida in merito alla composizione del consiglio».
Bedoni, che nonostante tutto ha deciso di restare presidente della società fino a quando diventerà operativa la trasformazione in società per azioni, e cioè il prossimo primo aprile e Poli, attuale vicepresidente, hanno quindi annunciato la disponibilità di lasciare la poltrona, ma solo del comitato che sarà chiamato a gestire la delicata transizione. Il consiglio di amministrazione ha anche accettato le dimissioni del consiglieri Castelletti che ha lasciato sempre il 14 il comitato parti correlate.
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