L’ultima delle grandi crisi delle banche popolari italiane, quella della Popolare di Bari salvata dallo stato attraverso Mediocredito centrale, è pronta a chiudersi come le altre: in tribunale con i vertici sotto accusa per aver falsificato i bilanci e la situazione patrimoniale dell’istituto di credito.

La procura di Bari ha notificato oggi la chiusura delle indagini preliminari nei confronti degli ex vertici della banca, e quindi tra gli altri all’ex presidente Marco Jacobini, al figlio Gianluca Jacobini, ex vice direttore generale e all’onnipresente ex direttore generale Vincenzo De Bustis, oltre che all’allora amministratore delegato Giorgio Papa e al presidente del collegio sindacale Roberto Pirola.

23 capi di imputazione

I magistrati ipotizzano il falso in bilancio per gli anni 2016 – 2017 – 2018, l’ostacolo alla vigilanza e le false comunicazioni sociali per centinaia di migliaia di euro. In tutto però vengono contestati 23 capi di imputazione per gli indagati a vario titolo, compresa l’estorsione e le lesioni personali ai danni di un manager e l’aggiotaggio bancario ai danni degli azionisti della banca. 

La Banca popolare di Bari è stata acquisita nel 2019 dal Mediocredito centrale, istituto di credito controllato da Invitalia, a sua volta controllata pubblica, nel 2021 ha chiuso il bilancio con un rosso superiore ai 100 milioni di euro e il primo semestre del 2022 con perdite per 14,85 milioni di euro. A inizio gennaio Mediocredito centrale ha emesso sul mercato obbligazioni per 70 milioni per raccogliere fondi per il rafforzamento patrimoniale dell’istituto di credito. 

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