Dopo il tonfo in borsa di ieri Credit Suisse (Cs) ha chiesto un prestito di oltre 50 miliardi di franchi alla Banca centrale svizzera. L’obiettivo è quello di rafforzare la propria liquidità ed evitare il tracollo finanziario totale che rischierebbe di portare a una nuova crisi in Europa.

In una nota pubblicata dall’istituto di credito si legge che Cs assume un’azione «decisa per rafforzare preventivamente la sua liquidità con l’intenzione di esercitare la sua opzione di prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri», circa 54 miliardi di dollari «dalla banca centrale svizzera».

«Queste misure – ha detto l’amministratore delegato, Ulrich Koerner – mostrano un’azione decisa per rafforzare Credit Suisse mentre continuiamo la nostra trasformazione strategica per offrire valore ai nostri clienti e agli stakeholder. Io e la mia squadra siamo determinati ad andare avanti rapidamente per una banca più semplice, concentrata e costruita sulle necessità dei clienti».

Dopo l’annuncio i mercati azionari europei sono rimbalzati in avvio di seduta (+3,2 per cento il Dax, +1,58 per cento il Cac40, +1,37 per cento il Ftse100 e +1,87 per cento a 26.044 punti il Ftse Mib con lo spread Btp/Bund in contrazione a 189 punti base).

Cosa è successo

Nella giornata del 15 marzo il titolo di Credit Suisse ha perso fino al 28 per cento in Borsa, dopo che la Saudi National Bank, principale azionista del colosso finanziario, ha escluso ulteriore supporto finanziario all’istituto di credito. La decisione di Riad ha portato al tracollo in Borsa non soltanto di Cs ma anche i principali titoli bancari, che sembrano recuperare nella mattinata del 16 febbraio.

Alla fine dello scorso anno la Saudi National Bank ha acquistato una partecipazione del 9,88 per cento dell’istituto svizzero e ha iniettato un aumento di capitali di circa 4 miliardi di franchi. Aiutando così Credit Suisse a compensare i buchi nei bilanci che sono in perdita da cinque trimestri consecutivi, con un buco da 7.5 miliardi di euro nel 2022.

Numeri che hanno portato sfiducia tra i clienti e risparmiatori e dubbi sulla stabilità dell’istituto da parte degli investitori. A questo si somma che lo scorso anno Credit Suisse è stata la prima banca in Svizzera ad essere condannata per riciclaggio di denaro.

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