Mentre l’Italia cerca di fronteggiare il rischio di un ammanco di metano russo, ai piani alti delle società energetiche partecipate dallo stato c’è fermento. Lunedì l’amministratore delegato di Eni è andato in Algeria con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, martedì l’amministratore delegato dell’Enel Francesco Starace ha proposto un piano per la riduzione dei consumi di metano pubblicato dal Corriere della Sera.

  • Il governo ha varato un decreto che prevede il ricorso alle centrali a carbone e a olio qualora venisse a mancare il metano russo.
  • Starace ha proposto di mettere in campo per il futuro tre risposte per ridurre i consumi: più impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili, sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore e rigassificatori per il gas naturale trasportato in forma liquida via nave che potrebbe arrivare da altri paesi.
  • I tempi, come ha ammesso lui stesso, non sono immediati. Per le pompe di calore si tratterrebbe «di dieci anni». Allo stesso modo per il primo rigassificatore ce ne vorrebbero «tre». Enel ha già un progetto autorizzato a Porto Empedocle bloccato dal no delle amministrazioni locali.

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