Il mondo della finanza americana si prepara ad accogliere un nuovo membro, nonostante quest’ultimo arrivato abbia sempre dichiarato di non apprezzare gli aspetti esclusivi ed elitari tipici di quel mondo.

Oggi Robinhood, un’app molto popolare del settore fintech, debutterà alla borsa newyorkese del Nasdaq in un’operazione attesa da tempo per via dell’impronta innovativa che l’azienda ha impresso al settore. Come suggerisce il nome stesso, i due fondatori della piattaforma, quando crearono Robinhood nel 2013, desideravano democratizzare la finanza e gli investimenti. Per renderli accessibili anche alle persone senza grosse risorse iniziali e competenze tecniche, decisero di offrire agli utenti un servizio di trading online di azioni e altri prodotti finanziari senza commissioni e utilizzabile direttamente dallo smartphone.

La società ha 18 milioni di account con denaro depositato e ora desidera monetizzare questa crescita, facilitata anche dalle nuove abitudini nate durante la pandemia, provando a vendere 55 milioni di sue azioni a un prezzo unitario tra i 38 e i 42 dollari.

Si prevede così che Robinhood possa raccogliere circa 2 miliardi di dollari per migliorare l’operatività e possa ottenere una valutazione complessiva intorno ai 35 miliardi.

Democrazia e finanziatori

A febbraio Robinhood è diventata nota anche a chi non investe perché coinvolta nell’episodio delle azioni di GameStop, il cui prezzo era estremamente aumentato dopo che molti investitori – che si erano organizzati online in modo impulsivo – avevano comprato moltissime di queste azioni poiché avevano individuato che diversi fondi speculativi stavano scommettendo sul loro calo. A un certo punto Robinhood fu costretta a bloccare le operazioni poiché rischiava di non avere sufficienti fondi per coprire tutte le mosse degli utenti. Allo stesso tempo però lo stop ha contribuito a fermare le perdite di un suo grande finanziatore, che era tra quelli che avevano scommesso molto sul calo del titolo. Questo blocco, con due effettivi diversi ma legati, ha spinto molti utenti a fare causa a Robinhood che per motivi di sopravvivenza ha dovuto momentaneamente abdicare la proprio missione iniziale.

Novità

Robinhood non ha soltanto semplificato le modalità di accesso e ridotto i costi per il pubblico. Nel suo tentativo di rendere universali gli investimenti, ha puntato molto anche sulla creazione di un’esperienza finanziaria molto simile al gaming.

Così la freddezza dei numeri e la difficoltà nel decifrare ritorni sull’investimento è stata mescolata con notifiche, ricompense e bonus che stimolano il cliente a trattenersi sulla piattaforma. Il limite tra facilità di utilizzo e manipolazione del comportamento dell’utente diventa vago.

Ad esempio, fino a marzo l’app – il cui design è anche stato premiato nel 2015 – faceva apparire dei coriandoli sullo schermo per celebrare delle operazioni di acquisto: dopo diverse polemiche la funzione è stata rimossa dai creatori. Anche un ulteriore aspetto è mutuato dai social network. Quando una persona completa l’iscrizione su invito di un utente già attivo, entrambi ricevono un’azione gratis e la ottengono tramite una vera e propria lotteria: sullo schermo appaiono tre figure e solo dopo averne selezionata una – a scatola chiusa – si scopre a quale azienda corrisponde quell’azione.

Il tratto moderno con cui l’azienda caratterizza la propria gestione riguarda anche le modalità della ipo, il processo che porta una società a quotarsi in borsa. Durante questo periodo chi sta per accedere al listino organizza dei roadshow, incontri privati in cui si presenta ufficialmente il business model e il prodotto a ricchi investitori e fondi pensioni. Ma Robinhood ha stravolto la tradizione e ha preferito trasformare l’evento in un’unica chiacchierata online – un mix tra conferenza stampa e live dei social – rendendolo visibile a tutti sul proprio sito.

Anche la vendita delle azioni di Robinhood sarà inconsueta: la piattaforma convoglierà l’acquisto del 30 per cento delle proprie azioni direttamente ai propri utenti tramite l’app.

Disintermediazione

Le novità offerte da Robinhood hanno favorito la disintermediazione negli investimenti, intercettando una particolare fascia della popolazione: i più giovani. Essi spesso sono meno inclini a gestire i propri risparmi in modo programmato sia perché sono ancora all’inizio della propria vita lavorativa, e quindi le risorse sono minori, sia perché tradizionalmente è necessario avere il supporto di un consulente, con cui può essere complicato per un giovane creare un rapporto di fiducia. Robinhood ribalta il concetto dato che l’età mediana dei suoi utenti è di 31 anni, e molti di essi sono alla prima esperienza finanziaria, come dichiarato dall’azienda.

La strategia però ha dei rischi piuttosto chiari: senza uno specialista, che possa illustrare il significato dei tecnicismi, è possibile che utenti poco esperti possano agire in modo inconsapevole. Come nel caso di Alex Kearns, che a giugno si è suicidato poiché non aveva compreso il funzionamento complessivo di un prodotto finanziario comprato su Robinhood. Come riportato dal Financial Times, nel biglietto ritrovato dai familiari, il ragazzo americano spiegava che non sapeva come avesse potuto perdere oltre 700mila dollari dopo aver acquistato un’opzione. In realtà quell’importo era solo una parte dell’operazione e il bilancio totale del suo account era in positivo di 16mila dollari. Dopo la notizia, la stessa Robinhood, facendo le condoglianze alla famiglia, ha riconosciuto alcuni aspetti caotici della propria piattaforma e ha promesso l’aggiunta di corsi di educazione finanziaria per gli utenti.

L’episodio è stato citato anche dalla Finra, l’ente autoregolatorio dei mercati finanziari americani, quando ha imposto a Robinhood una multa da 70 milioni di dollari – la più elevata sanzione mai imposta dall’ente – per aver venduto prodotti con livelli di rischio non adatti ai clienti e aver fornito loro informazioni false o scorrette. Diverse altre accuse, che potrebbero portare a multe, sono ancora in corso di indagine.

Come fare i soldi?

Anche aspetti maggiormente strutturali del business di Robinhood preoccupano gli investitori. Il rischio principale riguarda il Payment for Order Flow: quando un utente esegue sull’app un ordine, questo viene immediatamente inviato a un intermediario che esegue l’operazione e in cambio paga una percentuale a Robinhood per avergli fornito l’ordine. La pratica è legale negli Stati Uniti ma la Sec, l’autorità governativa di vigilanza della borsa, la sta monitorando perché potrebbe non fornire la “migliore esecuzione” ai clienti. Mentre per alcuni grossi istituti finanziari questo è solo uno dei vari modi per ottenere ricavi, Robinhood ne è fortemente dipendente perché così ottiene il 75 per cento dei ricavi totali e una modifica a questo processo avrebbe un grosso impatto.

La seconda fonte di ricavi, invece, è molto volatile poiché è legata al trading delle criptovalute. Nei primi mesi del 2021 questo genere di ricavi è passato dal 4 al 17 per cento del totale.

Le molte difficoltà, unite alla possibilità che si verifichi un altro incidente come Gamestop, non sembrano rallentare Robinhood nel tentativo di allargare i confini della finanza. Superato Wall Street, resta da capire se il ritorno ai ritmi di una vita pre pandemica manterrà alto l’interesse per questa piattaforma.

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