Gioca praticamente in casa, Paolo Savona, che da presidente Consob, autorità di vigilanza sulla borsa e i mercati ieri ha tenuto la tradizionale relazione annuale, lanciando un appello per normare le criptovalute. Quello di bitcoin e simili è un mercato in continua crescita che secondo il numero uno dell’authority può comportare dei rischi per i risparmiatori e la stabilità finanziaria generale, tanto da ostacolare anche le politiche monetario delle banche centrali. Savona ha paragonato il mercato non regolato delle criptovalute a un cono d’ombra rispetto alla regolamentazione simile a quello dei mercati dei derivati che ha provocato la crisi finanziaria del 2008.

L’esperienza con Euklid

Secondo il presidente Consob, che martella sul tema a ogni occasione di discorso pubblico, oggi le cripto valute non regolamentate sarebbero tra le 4mila e le 5mila e la authority italiana ha già bloccato centinaia di siti.

Savona conosce bene la materia perché poco prima di essere scelto come ministro dal governo di M5s e Lega, nel maggio del 2018, era presidente del consiglio di amministrazione di Euklid Ltd, fondo fintech basato sulla tecnologia blockchain, e collegato a un veicolo lussemburghese, e nato dall’intuizione del suo ex allievo Antonio Simeone proprio con l’idea di fare trading delle criptovalute.

Da quella idea iniziale del 2015, però Euklid ha cambiato direzione, applicando sistemi di intelligenza artificiale agli investimenti e oggi spiega anche sul suo sito di non fare alcun tipo di trading in bitcoin. Nel 2019, come aveva segnalato il Fatto Quotidiano, proprio Euklid aveva fatto formazione alla Consob in materia di intelligenza artificiale, anche se, come poi aveva precisato l’autorità a titolo gratuito. Questione scomoda visto che per il fondo lavora non solo l’ex alunno di Savona, ma anche il figlio che sul sito compare come brand manager, dopo essere stato consulente – curatore di immagine anche per aziende come Alitalia, Autostrade, Aeroporti di Roma, Unicredit, Ferrovie dello stato, Telecom Italia e altre che sono elencate nella sua breve presentazione. Ma due anni dopo quella esperienza di formazione il tema dell’intelligenza artificiale e dei suoi usi è stato tutt’altro che abbandonato dall’authority.

Sperimentazione

Savona ha cercato di tradurre la complessità del tema della rivoluzione del fintech, dicendo che «il genio dell’informatica è uscito dalla lampada» e che le authorithy non possono più fare a meno di confrontarsi e di «essere attive nell’infosfera (definizione presa a prestito da Luciano Floridi)». E infatti lui si è già messo al lavoro.

Nel 2020, spiega la relazione annuale, è stato avviato un ampio percorso di formazione del personale dell’autorità e sono stati avviati molti progetti sperimentali all’interno della Consob. Prima di tutto quello di una vigilanza “data driven”, e poi quello di classificazione dei dati attraverso motori di intelligenza artificiale. Ma per l’anno prossimo poi si prevede di moltiplicare l’attività su questo fronte. Prima di tutto mettendo a punto un proganche di mettere a punto un prototipo per monitorare la rete per «intercettare precocemente la distribuzione abusiva di prodotti finanziari» e pure un progetto di text mining che possa analizzare i documenti ispettivi e ancora si pensa di usare l’intelligenza artificiale per «navigare i big data relativi alle negoziazioni sui mercati e alle segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli intermediari finanziari».

Vaste programme, dunque. Che sarebbe anche coerente con i progetti di sviluppo di un distretto del fintech autoctono a Milano, un progetto industriale, supportato fortemente anche dalla Banca d’Italia. Ma per ora spiegano dalla Consob si tratta di sperimentazioni interne che non hanno ancora coinvolto privati.

L’accesso che serve

Attrezzare l’autorità per affrontare il nuovo ecosistema è centrale anche sul fronte delle criptovalute, che secondo il presidente della Consob è problematico soprattutto perché la blockchain dei bitcoin è al momento impenetrabile, le autorità di vigilanza comprese e per questo offre opportunità di sviluppo di tutti i tipi di attività illecita.

Inoltre, per comprendere l’appello in tutta la sua interezza, la minaccia nonostante non sia normata non resta certo fuori dai confini nazionali, l’Italia rischia di essere un mercato di sbocco di attività che trovano in Malta o a Cipro un mercato fiorente.

Normare le criptovalute, dice Savona, garantisce la trasparenza. Servirebbero, però, nuove competenze da assorbire dentro alle istituzioni, e il rafforzamento delle collaborazioni con gli enti di ricerca. Ma una volta messi da parte gli indugi, si potrebbero definire i modi di accesso o chiavi alle contabilità decentrate come le blockchain per garantire a autorità e investitori le informazioni necessarie.Questione di estrema attualità, per Savona anche un ritorno alle origini.

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