Disuguaglianze, giovani e donne: gli italiani vogliono un welfare generativo

Rivoluzionare il welfare per costruire un domani solido e inclusivo. Gli italiani non ambiscono all’ennesima riformina, bensì un significativo cambio di paradigma: dallo stato assistenziale di riparazione a una comunità generativa di opportunità. È quanto emerge dalla recente ricerca dell’osservatorio Fragilitalia del centro studi Legacoop e Ipsos. Un welfare capace di rispondere alla triplice transizione epocale in atto: demografica (invecchiamento e denatalità), del lavoro (frammentazione e precarizzazione) e familiare (nuovi modelli e fragilità). Per il 47 per cento degli italiani al primo posto vanno collocate le politiche per i giovani. Investire su istruzione, formazione e inserimento lavorativo, per dare prospettive stabili e favorire la transizione alla vita adulta e familiare. La legge di Bilancio non interviene sulle discriminazioni. Il Pd: «Per le donne non c’è nulla» Casa e lavoro A questa strategia vanno affiancati strumenti per dare continuità lavorativa (37 per cento) e percorsi di accesso agevolato alle abitazioni (40 per cento). Un welfare generazionale in grado di togliere il piombo dalle ali dei giovani e farli divenire la principale risorsa per lo sviluppo del paese. Parallelamente, un nuovo welfare deve puntare a ridurre le disuguaglianze sociali (40 per cento) e sviluppare servizi di comunità, con reti di servizi territoriali, centri famiglia e nidi condominiali ecc. Un welfare basato su legami di prossimità per supportare la vita familiare quotidiana. La transizione necessaria è quella da un modello attuale (individuale categoriale e burocratico), a un modello comunitario e collettivo, capace di essere l’infrastruttura di supporto per le politiche di sviluppo e per l’inclusione sociale. Un welfare di prossimità e olistico, capace di rigenerare i legami di fiducia e mutuo aiuto, per produrre nuovo capitale sociale territoriale, nonché benessere e serenità nelle reti esistenziali quotidiane. La trasformazione della famiglia, con l’aumento cruciale della partecipazione femminile al lavoro, richiede anche un modello di conciliazione finalmente efficace (39 per cento). Non si tratta solo di asili nido, ma di un cambio di paradigma che riconosca concretamente il valore sociale della maternità e della paternità (34), rimuovendo i penalty professionali legati alla cura, e di servizi alla genitorialità da 0 a 21 anni (30 per cento). La flessibilità del lavoro contemporaneo, inoltre, impone nuove forme di protezione. Il modello di sicurezza sociale novecentesco è ormai inadeguato ed è necessario sperimentare forme di sicurezza sociale legate alla persona lungo l’arco di tutta la vita lavorativa. Occorre un welfare generativo (28) che non si limita a compensare il danno, ma investe sulla capacità delle persone di riprogettarsi, favorendo l'autonomia e la resilienza. Un nuovo welfare per i liberi professionisti, le proposte del Pd La salute Infine, terzo cambio di paradigma lo troviamo sul tema della salute. La crisi sanitaria si fa sentire e l’attenzione dell’opinione pubblica non è concentrata solo sulla prevenzione sanitaria (46 per cento), ma si focalizza anche sulla riduzione delle disuguaglianze di accesso alle cure. Prevenzione, equità, resilienza e supporto lungo tutti gli archi esistenziali, sono i tratti di un mutamento, per far divenire il welfare del futuro le fondamenta solide su cui si baserà la coesione sociale e la forza della nostra democrazia. Il welfare non è un lusso, ma una precondizione per la coesione democratica e lo sviluppo economico nazionale. La strategia di cambiamento per il welfare deve fare i conti con i mutamenti contemporanei, modernizzando le tutele, puntando a realizzare una piattaforma universale di diritti sociali legati alla persona, adattando le protezioni alla fluidità del mondo moderno. Un nuovo modello di stato sociale flessibile, preventivo, comunitario e generativo: un’architettura che, partendo dalla cura delle persone e delle relazioni, punti a valorizzare le risorse più preziose del paese: i giovani, le donne, le famiglie e il capitale sociale territoriale. È una sfida che non riguarda solo la politica, ma coinvolge anche le aziende ed è una delle sfide decisive del nostro tempo. Nota metodologica: Indagine Cawi, realizzata da Ipsos per il centro studi Legacoop, su un campione di 800 maggiorenni, nella prima metà di novembre 2025