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Lavoro, stabilità e merito. In Italia l’infelicità è una questione di classe

Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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  • I meno felici sono i disoccupati (30 per cento), le casalinghe (46 per cento) e gli studenti (51 per cento)
  • I sentimenti di affaticamento e tristezza sono implementati da: il doversi arrangiare finanziariamente e l’incertezza del vivere di stipendio in stipendio (56 per cento); il non avere abbastanza soldi per poter comprare quello che si ritiene utile e necessario (56 per cento); lo stress per lo status delle proprie finanze (44 per cento)
  • Nei ceti popolari oltre la metà delle persone (58 per cento) prova insoddisfazione per l’attività lavorativa svolta e il 52 per cento non è soddisfatto dell'equilibrio tra il tempo che dedica al lavoro e quello che ha a disposizione per gli altri aspetti della vita

Nella domenica del Primo maggio non parliamo solo di lavoro ma di felicità, di quello che l’Assemblea generale dell’Onu riconosce come uno scopo fondamentale dell’umanità. Il World Happiness Report 2022, che analizza la situazione di ben 150 nazioni, mette in vetta alla classifica delle felicità Finlandia, Danimarca e Islanda. L’Italia è bassina, al 31° posto. Prima del nostro Paese ci sono Germania, Canada, Stati Uniti, Francia, Spagna, Uruguay, Slovenia, Costa Rica, Romania, Taiwan, solo per

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