- I meno felici sono i disoccupati (30 per cento), le casalinghe (46 per cento) e gli studenti (51 per cento)
- I sentimenti di affaticamento e tristezza sono implementati da: il doversi arrangiare finanziariamente e l’incertezza del vivere di stipendio in stipendio (56 per cento); il non avere abbastanza soldi per poter comprare quello che si ritiene utile e necessario (56 per cento); lo stress per lo status delle proprie finanze (44 per cento)
- Nei ceti popolari oltre la metà delle persone (58 per cento) prova insoddisfazione per l’attività lavorativa svolta e il 52 per cento non è soddisfatto dell'equilibrio tra il tempo che dedica al lavoro e quello che ha a disposizione per gli altri aspetti della vita
Lavoro, stabilità e merito. In Italia l’infelicità è una questione di classe
01 maggio 2022 • 17:20